Non ci volevano scienziati, nè task force per immaginare che le scelte della task force contenute nel DPCM (oggi tutti sanno che cosa significa, risultato acquisito…) presentato da Conte domenica, avrebbero provocato una mezza (pacifica) rivoluzione.
Inutile tornarci su, forse sarebbe opportuno tornare indietro e “spruzzare” il DPCM di una robusta dose di buon senso. Quello che è mancato. Quello che non ti porta ad “aprire tutto” e “tutti liberi”, ma ti permette di dare una “pacca sulla spalla”, simbolica finchè si vuole, a un’Italia smarrita. Quando stai due mesi asserragliato in casa, senza vedere (quasi) nessuno, con l’ansia da mascherina che prende il posto dell’ansia da prestazione (se mai c’è stata), non chiedi che ti spalanchino le porte, ma almeno che ti aprano una finestra.
Invece no, anzi. “Giù anche le tapparelle” ci hanno detto. E adesso? E adesso, di buonsenso ce n’è ancora (è gratis, anche), si può pure pensare di mettere in piedi un altro DPCM, o una sua correzione. E ascoltare qualche voce in più, tra le mille che si sono levate in questi giorni. E così, magari, domenica sera, intorno alle 20, saremo di nuovo tutti davanti alla TV. Anche i sogni sono ancora gratis.