Si è da poco concluso il terzo capitolo di L’amica geniale, omonimo riadattamento del terzo capitolo (Storia di chi fugge e di chi resta) della saga nata dalla penna geniale di Elena Ferrante, nome d’arte – ormai si sa – della traduttrice Anita Raja, moglie di Domenico Starnone.
Nonostante la terza stagione riprenda il racconto esattamente da dove la seconda si era interrotta nel marzo 2020, le differenze con le prime due stagioni sono tante. Differente la regia (al timone ora troviamo Daniele Luchetti, mentre Saverio Costanzo mantiene il ruolo di sceneggiatore), differenti i toni, più complicata la vicenda. Il cuore pulsante della storia, ovvero l’intricata amicizia scandita da momenti di odi et amo tra le protagoniste Elena “Lenù” Greco e Raffaella “Lila” Cerullo, si staglia sullo sfondo di una Napoli e di un’Italia – quella rivoluzionaria degli anni ’60 e ’70 – ben più politica e socialmente attiva di quella rappresentata durante gli anni della loro gioventù.
Lenù e Lila sono ormai adulte, e tutti quei momenti di tenerezza, ingenuità e complicità che avevano contraddistinto la loro adolescenza hanno ormai lasciato il posto al loro impegno di mogli, madri, lavoratrici, attiviste politiche. C’è chi è partito alla scoperta di nuove realtà, chi è rimasto nel rione, chi è tornato dopo tanto tempo. Ritroviamo tutti i personaggi del piccolo universo napoletano firmato Ferrante,, ma ognuno di loro assume una vena più triste, più cupa, in perfetta linea con uno dei periodi più oscuri e sovversivi della storia italiana.
Potremmo quasi definirla una stagione straniante, perché ribalta totalmente le dinamiche a cui ci avevano abituati i primi due capitoli: il legame tra le due amiche si allenta, il focus su Lila va via via scemando, fino a perdersi quasi totalmente negli ultimi episodi. E per quanto si senta la mancanza sullo schermo di Gaia Girace (strepitosa nei panni della tanto intelligente quanto instabile Lila Cerullo), non possiamo non applaudire Margherita Mazzucco, la cui tagliente performance ci consente di assistere –finalmente!– al risveglio di Elena: dopo tanti anni di silenzio e obbedienza, infatti, la timida Lenù lascia spazio ad una donna forte che abbraccia il femminismo a testa alta, allontanandosi dalla morsa patriarcale che continua invece a minacciare la vita degli altri personaggi femminili, in una Napoli arretrata e disumana.
La profonda umanità de L’amica geniale continua ad esserne il punto di forza: niente finali zuccherati, niente buonismo, nessuna censura. Non c’è personaggio che non presenti difetti, né sviluppo narrativo che impedisca alle nostre labbra di arricciarsi per il disappunto. Questa serie televisiva non è semplicemente una “bella storia” come tante: è un viaggio moderno nella storia imperfetta di Lenù, Lila, e di un’Italia che continua a ripetere gli stessi errori.
In attesa dell’ultimo capitolo della tetralogia, tutte le stagioni de L’amica geniale sono disponibili in streaming gratuito su Rai Play. Se ancora non le avete viste, non lasciatevele scappare: sono un diamante raro nel panorama televisivo italiano.
VOTO 8
Martina Bazzanella