Ad oggi si calcolano circa quattro miliardi di tonnellate di rifiuti sulla terra ogni anno e tra i 17 e i 47 milioni di tonnellate di plastica nei mari dal 1950.
Come si manifesta l’inquinamento? Quali sono le cause? Cosa possiamo fare noi nel nostro piccolo e cosa potrebbero fare le grandi infrastrutture? A queste domande abbiamo cercato di rispondere nell’ambito del progetto di sostenibilità ambientale proposto dalle professoresse Alessandra Cassani di italiano e Laura Allegrini di tecnologia.
Fino ad oggi l’uomo ha sperimentato molti di tipi di inquinamento, ovvero una contaminazione dell’ambiente a causa di agenti organici e inorganici: quello idrico, atmosferico, acustico, del suolo e radioattivo. L’inquinamento idrico consiste nello smaltimento dei rifiuti negli oceani e nei corsi d’acqua. Questo comporta gravi conseguenze alle specie animali e alla catena alimentare, infatti i residui di plastica ingoiati dai pesci possono nuocere anche a noi.
L’inquinamento atmosferico riguarda l’aria ed è causato soprattutto dallo smog delle auto e dai fumi provenienti dalle gradi industrie.
L’inquinamento acustico è causato dai rumori di elevata intensità, si è soggetti a questo fenomeno soprattutto nei locali chiusi o nelle grandi arterie stradali delle megalopoli mondiali. L’inquinamento del suolo deriva dalla decomposizione dei rifiuti nel terreno anche questo comporta un’alterazione della catena alimentare.
Ultimo ma non per importanza, l’inquinamento radioattivo. Si tratta di una contaminazione radiologica, cioè il rilascio di sostanze e di particelle altamente nocive nella biosfera, è provocato dall’uomo anche in modo involontario.
Tutti questi tipi possono nuocere sia gli animali, ma anche gli uomini nonché l’ambiente.
L’inquinamento si manifesta sul pianeta con: lo scioglimento dei ghiacciai, l’immagine di blocchi di ghiaccio che vanno alla deriva sono impresse nelle nostre menti, ma anche l’avanzamento dei deserti, il riscaldamento globale, che provoca il buco nell’ozono, e sconvolgimenti climatici come tsunami, bombe d’acqua, cicloni e uragani, che causano un innalzamento delle acque, soprattutto nelle zone con un clima temperato in cui non si erano mai visti tali fenomeni. Non è raro infine leggere di specie animali che si estinguono rapidamente.
A provocare questi tipi di inquinamento sono le seguenti cause: le scorie radioattive delle centrali nucleari, lo smog proveniente dalle auto, il riscaldamento casalingo, i decibel in discoteca (che molto spesso superano il livello consentito), il gas serra, le polveri sottili, i rifiuti e gli inceneritori, le petroliere, gli aerei e le ferrovie e i fertilizzanti chimici. Le industrie potrebbero limitare, per quanto possibile, l’utilizzo di materiali nocivi o difficilmente riciclabili. Si dovrebbe inoltre puntare di più sul riciclo del vetro, della plastica, della carta.
L’equilibrio del pianeta è inoltre minacciato anche dalla deforestazione, pensiamo che servano 24 alberi per produrre 1 tonnellata di risme di carta per ufficio. Secondo il WWF Dal 1988 al 2017, abbiamo perso in media ogni anno una superficie di foresta tropicale pari a 12.000km quadrati. Nel 2009 è stato messo a disposizione un nuovo motore di ricerca: Ecosia. Questo consente di piantare un albero ogni 45 ricerche, per colmare il vuoto causato dalla deforestazione.
Secondo noi non servono grandi azioni, ma basterebbe che ognuno di noi nel proprio piccolo facesse qualcosa ogni giorno per contribuire. A partire dalla raccolta differenziata, per esempio, per la quale non servono molti sforzi. Ma anche chiudere il rubinetto mentre ci si lava i denti o prestare più attenzione all’acquisto di materiali non strettamente necessari. Potremmo inoltre ridurre lo spreco di elettricità staccando la spina dopo aver utilizzato un oggetto che ne richiede l’uso. Ancora, prestare più attenzione allo spreco di cibo, evitare gli spostamenti con mezzi che potrebbero inquinare e prediligere bicicletta o passeggiate.
Possiamo aiutare il pianeta anche a tavola. Le nostre scelte alimentari si ripercuotono più di quanto noi immaginiamo sull’ambiente. Per crescere un mucca per esempio, servono 200 litri di acqua al giorno, 50 litri un bovino o un cavallo. Invece l’acqua richiesta per produrre vari tipi di cibo vegetale e foraggio varia dai 500 ai 2000 litri per chilo di raccolto prodotto.
Sappiamo di essere molto giovani per poter cambiare il mondo, ma ognuno di noi può davvero fare la sua parte. Greta Thunberg ce l’ha insegnato, non esiste un’età anagrafica se si vuole perseguire un obiettivo.
In conclusione noi pensiamo che se ognuno compisse piccole azioni quotidiane potremmo vivere tutti in un mondo migliore, perché la prossima generazione che lo abiterà siamo noi.
Giulia Moiola
Daria Scutelnic
Olympia Bazzerla
Le nostre piccole-grandi giornaliste
E’ un onore, per noi, ospitare questo bellissimo lavoro svolto nella Terza D delle scuole medie Caliari, di Verona. Un lavoro che parla dell’ambiente e offre a tutti molti spunti di riflessione. Come proteggere l’ambiente? Che cosa dovremmo fare e non facciamo? Ecco allora che tre ragazze diventano “giornaliste’ e noi pubblichiamo volentieri il frutto della loro ricerca.
Il progetto è nato nell’ambito della disciplina di educazione civica. Le docenti che lo stanno portando avanti sono Alessandra Cassani (italiano) Laura Allegrini (tecnologia). La dirigente che ha approvato il progetto è la professoressa Cristiana Sottile.