L’Amarone in alta quota sul Baldo La degustazione dell’evoluzione di tre annate di Jago Domini Veneti a 1911 metri

Poco in essere, molto in divenire. Alla chiusura del mercato manca meno di un mese ed è noto come tutto o quasi possa accadere negli schizofrenici ultimi giorni di trattative. Si vedrà. Il Verona la lista della spesa ce l’ha e, come le altre del resto, sta intanto alla finestra: salutato Rrahmani e in attesa di capire quale sarà il futuro di Kumbulla (la Lazio è al momento la maggior pretendente, ma non ha fatto grandi balzi in avanti) con gli arrivi di Cetin, Ruegg e Magnani, oltre al riscatto di Günter, D’Amico ha in pratica sistemato la difesa. Le caselle che il giovane e intraprendente ds del Verona ha bisogno di colmare, sono semmai a centrocampo e attacco, reparti dove al momento gli uomini a disposizione di Juric son un po’ contati. Pescato dal Nizza Adrien Tameze quale sostituto di Ambrabat, arrivato in prestito dal Manchester City il promettente diciannovenne serbo Ilic, e confermati gli esterni Lazovic e Faraoni (due pilastri del Verona della scorsa stagione) i dubbi sono focalizzati sulla trequarti, dove la coperta appare piuttosto corta. Matteo Pessina, che sta recuperando dall’infortunio occorsogli nel finale di campionato, vuole il Verona e il Verona vuole lui. Allontanatasi la possibilità di vestire la maglia del Milan, il destino del ragazzo è nelle mani dell’Atalanta, proprietaria del suo cartellino. A Bergamo Pessina faticherebbe a trovare spazio, di qui l’ipotesi di un suo nuovo prestito al Verona. Opzione quindi tutt’altro che remota che potrebbe concretizzarsi nelle prossime settimane. Borja Valero è invece poco più che un’accattivante suggestione di mercato. In cattedra, davanti alla difesa c’è già il professor Veloso e sulla trequarti, fatta di corsa come la intende Juric, lo spagnolo non ha il passo. Il Verona è miscela di dinamismo e intensità: il pirata spalatino incide le linee di coltello, e certo non le arrotonda di compasso. Vero che Lazovic (in nazionale si è procurato una distorsione al ginocchio, per fortuna senza interessamento dei legamenti), che ha sulla fascia sinistra del centrocampo un’alternativa nel podista Dimarco, ha già dimostrato di poter scorrazzare sulla trequarti, ma il solo Zaccagni, peraltro alle prese con un guaio muscolare, al momento di sicuro non basta. D’Amico ha da tempo annotato sul suo taccuino il nome di Marco Benassi, che alla Fiorentina pare essere arrivato al capolinea. Iachini ha a disposizione gente come Duncan, Amrabat, Pulgar, Castrovilli e Bonaventura: con simili problemi di abbondanza appare difficile trovargli posto. Ecco che Verona può essere allora la soluzione ideale per uno come lui, incursore avvezzo al gol. Veniamo infine all’attacco, reparto che mostra le maggiori carenze. Di Carmine, otto centri lo scorso campionato, impiegato con maggior continuità potrebbe essere uomo da doppia cifra; è carico e ha gran voglia di far bene. Non dovrebbe muoversi Stepinski, a meno che al Verona non giungano offerte pari ai cinque milioni spesi un anno fa per prelevarlo dal Chievo. Improbabile. E poi il lavoro sporco dell’ariete polacco, là davanti è sempre utile. Il rinforzo sarebbe Dusan Vlahovic, talento serbo della Fiorentina. Come per Benassi, anche per lui le possibilità d’impiego in viola si restringono. . D’Amico ha il cellulare caldo e con Benassi e Vlahovic nel mirino attende telefonate da Firenze. Il mercato del Verona passa da lì.

Elle Effe