“Il Consiglio di Amministrazione di AGSM Verona si è riunito per ascoltare la relazione del pool di 5 advisor chiamati a valutare le manifestazioni di interesse non vincolanti pervenute nell’ambito del processo di indagine conoscitiva e competitiva del mercato, a sua volta avviato nel quadro dell’operazione di rafforzamento industriale intrapresa con AIM Vicenza e previsto dal termsheet sottoscritto con la stessa AIM Vicenza il 20 dicembre 2019.
Il CdA si è riservato di valutare nel corso della seduta del 26 giugno prossimo la richiesta di supplemento di indagine avanzata dallo stesso pool di advisor e finalizzata a poter analizzare più compiutamente la documentazione ricevuta”.
Tanto tuonò, che non piovve, dunque. Nulla di fatto per Agsm, tutto rinviato a dopodomani, ma è chiaro che la fumata grigia (o nera) non è piaciuta agli avversari del “progetto-fusione’. “Mentre è diventato chiaro a tutti che “c’è mondo fuori dalle mura di Verona”, e cioè che per Agsm l’interesse del mercato esiste ed è forte, e che l’offerta di A2A è soltanto una delle tante possibili e fungibili, all’interno di Agsm e dell’amministrazione Sboarina ci sono irriducibili pronti ad immolarsi per proseguire una trattativa in esclusiva con A2A.
La posizione del Pd è chiarissima, ed è stata ribadita in tutte le sedi in cui siamo presenti: non riconosciamo l’esistenza dell’infungibilità per giustificare la partnership in esclusiva con A2A o con qualsiasi altro soggetto. Dopo aver ottenuto l’apertura alle proposte di altre multiutilities continuiamo a lavorare affinché il confronto possa proseguire con chiarezza e trasparenza. No, dunque, a trattative privatistiche: alla fine la scelta del partner industriale dovrà avvenire con procedura ad evidenza pubblica.
Allo stesso tempo riteniamo improponibile ritornare a parlare di fusione a due, limitatamente alle sole Agsm e Aim. Oltre che superata e del tutto insufficiente secondo quanto evidenziato dagli advisor, tale opzione oggi non potrebbe nemmeno essere correttamente valutata dato che non se ne parla da più di un anno.
E’ auspicabile dunque avviare un approfondimento delle proposte pervenute e sui criteri di scelta che assicurino la massima trasparenza e il massimo vantaggio per la nostra azienda”. Questa la posizione del Pd, espressa dai consiglieri La Paglia, Vallani e Benini.
«Precludersi l’analisi delle offerte è un errore, ma è una decisione che rispecchia la crisi di Agsm, il cui CdA ė un’estensione del Consiglio Comunale dove una maggioranza che non esiste più si fa la guerra a danno della città».
Così Tommaso Ferrari, consigliere comunale di Traguardi, che spiega: «La nostra posizione sull’operazione ė chiara da sempre: mettere da parte presunte infungibilità e rendere la competizione vera, per valutare il partner industriale migliore, senza pregiudiziali geografiche, ideologiche o politiche. Per questo fermare il processo di confronto delle offerte è sbagliato. Quando si tratta di scegliere la soluzione migliore per l’azienda, la politica dovrebbe fare un passo indietro. Ma sono scelte che purtroppo non ci stupiscono, frutto di una maggioranza dilaniata da dissidi interni che lascia Sboarina isolato e impotente e ignora ciò che è il bene per la città».
Infine, ecco l’intervento di Bertucco (Pd): “Dal cda Agsm di ieri emerge che una maggioranza non c’è più, ciascuna delle forze politiche va per la propria strada e le indicazioni del Sindaco e del presidente Agsm rimangono lettera morta. La linea che Sboarina e Finocchiario hanno voluto imporre, contro quella della trasparenza della gara pubblica da noi sostenuta, ora vede contrari gli stessi alleati di governo.
Cosa intende fare in una situazione del genere Sboarina? Prenda atto che in Agsm non è in grado di dettare nessuna linea e che lo stesso accade anche in consiglio comunale. Tutte le partite aperte da questa amministrazione sono ancora in alto mare a due anni dalla fine del mandato. Ne tragga le conseguenze”