I primati dell’agroalimentare veneto fanno gola al malaffare. I fenomeni illegali non risparmiano le filiere del sistema regionale proprio per le ottime perfomance del comparto che rappresentano una ricchezza, terreno fertile per gli interessi illeciti. Nel secondo rapporto stilato dall’Osservatorio Agromafie – Fondazione promossa da Coldiretti – con il contributo della Regione del Veneto e presentato nel pomeriggio di ieri nell’Aula Magna del Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università, emerge un quadro che evidenzia come il settore agricolo in Veneto cresce e genera occupazione (+11% di occupati nel settore) in controtendenza rispetto all’andamento complessivo della Regione, pressoché stabile (-0,2%). Ad aprire i lavori il presidente di Coldiretti Veneto, Carlo Salvan che ha detto: “è fondamentale conoscere le criticità che possono toccare l’agroalimentare sotto il profilo delle illegalità e della criminalità. Con oltre 82mila le imprese agricole censite nella Regione, il 7%del totale nazionale, il settore agricolo genera un fatturato di oltre 6 miliardi di euro in aumento dell’8% nell’ultimo quinquennio. Un ruolo cruciale è assunto dalle attività connesse con la Regione Veneto che si colloca al 5° posto in Italia con 5.698 aziende, subito dopo la Toscana al primo posto (7.624), la Lombardia (6.347), il Trentino Alto-Adige (6.203) e l’Emilia-Romagna (5.725). Tra le principali attività al primo posto l’attività agrituristica con 1.454 realtà dislocate sul territorio regionale. Inoltre, con 9 miliardi di prodotti agroalimentari regionali destinati sui mercati internazionali, l’export regionale contribuisce ad alimentare i buoni risultati raggiunti dal cibo italiano sulle tavole di tutto il mondo. Le performance della Regione coprono il 14% dell’export agroalimentare complessivo italiano, che nel 2022 ha raggiunto il record storico di 61 miliardi di euro. Nel dossier sono stati affrontati temi importanti quali le nuove forme di caporalato ma anche il tema delle pratiche commerciali sleali con il ruolo di vigilanza dell’ICQRF, delle indebite appropriazioni di fondi comunitari, fino alle pratiche commerciali sleali. Il volume racchiude inoltre il punto di vista dei cittadini, delle imprese, delle istituzioni sulla percezione del malaffare nel comparto agroalimentare. Un business che in Italia vale 24,5 miliardi di euro con una crescita che sembra non risentire della stagnazione dell’economia italiana e internazionale. In chiusura, Francesco Greco, già Procuratore di Milano e Responsabile del Progetto Europa della Fondazione Osservatorio Agromafie, ha osservato come “l’Osservatorio sia stata una grande intuizione di Coldiretti, unica associazione di categoria ad essersi posta la questione della legalità nel settore agroalimentare”.