L’agricoltura ha recuperato centralità “Nel Veneto il settore primario è un volano di notevole importanza economica”

L’economia agricola veronese, analizzata da Claudio Valente, imprenditore agricolo candidato alle regionali 2020, intervistato da Marco Sitta, Segretario generale di F.I.M.A.V. Veneto, Associazione regionale delle Imprese di Meccanizzazione Agricola del Veneto.
Claudio Valente, ex presidente di Coldiretti Verona è stato anche autorevole esponente del mondo agricolo scaligero in Camera di Commercio e VeronaFiere, nel ruolo di vice presidente vicario. Un percorso professionale di oltre trentacinque anni, nel corso dei quali ha affinato competenze e conoscenze, che oggi intende tradurre in atti concreti nel possibile ruolo del governo regionale. Al dott. Valente l’interrogativo: l’agricoltura oggi ha un ruolo determinante nell’economia e nella società?
Nell’attuale situazione di debolezza dei sistemi produttivi e finanziari, aggravata dalla crisi Covid-19, il sistema agricolo ha recuperato una centralità che sembrava fosse divenuta parte della sua storia. Oggi il settore Primario è un volano di notevole importanza economica, tanto per l’industria quanto per il terziario. In Italia il sistema agricolo e agroalimentare contribuisce alla formazione del prodotto interno lordo con un ricco e, forse, sottostimato 4,1%. Situazione agricola che in Veneto e nell’area veronese, in particolare, ha un’importanza vitale per la sua economia. Qui esercitano una miriade d’imprese agricole, di piccola e media dimensione, che supportano investimenti, attività di ricerca, assistenza tecnica, formazione e divulgazione. Questa economia agricola si collega, pure, a una nuova visione di economia circolare e di green economy, che l’Unione Europea intende mettere al centro del prossimo bilancio comunitario.
L’agricoltura, allora, offre una prospettiva di sviluppo economico e d’investimento?
Il mondo agricolo è diviso tra la coltivazione della terra, l’allevamento e le attività economiche non produttive, che hanno assunto una natura “terziaria”, per la vasta gamma di offerte in servizi e che affiancano la tradizionale funzione produttiva di beni alimentari. Sono aspetti economici diversi. Il primi due sono fonte di reddito dalla coltivazione, o dalla gestione di animali, il terzo da una remunerazione dal capitale investito nei ruoli ricreativi (agriturismi), culturali (fattorie didattiche), sociali (agrinidi) e di difesa dell’ambiente. Le prospettive di lavoro e il ritorno economico per gli investimenti attuati dalle imprese agricole sono reali, purché ci sia un controllo a loro tutela, volto a proteggerle da speculazioni. Ruolo che compete anche al governo regionale.
Il ruolo non solo produttivo dell’azienda agricola è sempre più riconosciuto a livello europeo, nazionale, regionale e locale, però fatica a svilupparsi.
Da venti anni oramai l’agricoltura ha un ruolo multifunzionale, ma non si sono ancora perfezionate programmazioni condivise tra agricoltura e enti pubblici di settore. In quest’ambito l’agricoltura veronese ha molte possibilità di fare “impresa multifunzionale”, con risultati economici di sicuro interesse.
Come rafforzare queste opportunità di sviluppo?
Queste opportunità di mercato hanno determinato un cambiamento nella tradizionale gestione delle imprese agricole, modificazioni che sono ancora in atto. L’impresa agricola va aiutata in questo processo di “innovazione”, facendo leva sui giovani agricoltori, agendo sulla loro capacità di apprendere nuove competenze, che non siano casuali, ma che interpretino e valutino gli effetti economici nel breve, medio e lungo periodo.
Giovani imprenditori innovatori, anche questo è futuro per l’agricoltura?
L’innovazione è facilitata se è affrontata da giovani imprenditori agricoli, perché a loro spetta un più lungo lavoro. C’è poi un altro importante aspetto, i giovani, per loro natura, sono più propensi a mettersi alla prova, non hanno storie né di successi, né di fallimenti, non devono difendere nessuna opinione, piuttosto devono costruirsela. Nelle aree rurali le innovazioni sono e diventeranno sempre più parte essenziale e fondamentale di sviluppo, in grado di aumentare le capacità professionali e dare profitti.
Si è in grado di gestire questi progetti?
Il “futuro dell’agricoltura” passa da un rinnovamento, che deve però avere dei “progetti d’impresa”. Sarà così necessario costruire un’idea chiara su cosa si farà e, su questa, concentrare gli sforzi, le passioni e le abilità. L’imprenditore agricolo dovrà dotarsi di un nuovo stile e sarà dato dalla capacità di gestire nel tempo dei “progetti d’impresa”. Il sostegno economico pubblico, che già esiste, sarà allora reso non tanto da una contribuzione fine a se stessa, ma dalla volontà dell’impresa agricola di perseguire un obiettivo di sviluppo.