È ormai conto alla rovescia per la presentazione del progetto definitivo del collettore fognario atteso da tempo sulla sponda veronese del lago di Garda. Nella prima metà di agosto il progetto, al momento nella fase preliminare, verrà consegnato all’azienda Gardesana Servizi che gestisce i 20 comuni della zona lacustre scaligera. La notizia è stata data durante il convegno organizzato dall’Ordine degli Ingegneri di Verona per dare spazio a un approfondimento su una delle opere più significative per il territorio. “La nostra volontà è di affrontare dal punto di vista tecnico le grandi opere che interessano il territorio, per dare contributi concreti alla loro realizzazione”, dichiara il presidente dell’Ordine, Andrea Falsirollo. “Le eventuali osservazioni verranno fatte dopo la presentazione del progetto definitivo”. Il collettore è attivo dagli anni ’80, in alcuni punti persino dai ’60. Dal 2014 è stato avviato un progetto preliminare per eliminare le condotte sub-lacuali, ristrutturare l’intero sistema e separare i reflui tra la sponda veronese e quella bresciana. Solo Sirmione e Desenzano, come già noto, resteranno in carico al depuratore di Peschiera che scarica comunque nel Mincio. “Le ipotesi di posare le tubazioni interamente sulla Gardesana previste nel preliminare rappresentano un ostacolo importante all’opera, che comporterebbe costi specifici molto più elevati rispetto a quelli ipotizzati”, fa presente il direttore generale di Ags, Carlo Alberto Voi. “Stiamo analizzando caso per caso, in sinergia con i singoli comuni, con l’ipotesi di condotte anche su tratti di ciclabili o marciapiedi, oltre che sulla riva del Garda, in punti facilmente ispezionabili in caso di manutenzioni e pulizie. Saranno tubature in ghisa dura, ideali per tenuta e durabilità e, in sinergia con l’Ato e la Regione si sta valutando di sostituire alcuni tratti tra Garda e Peschiera”. Il budget complessivo, per la sponda veronese, è di 85 milioni di euro, di cui 45 messi a disposizione dal Ministero a fondo perduto e il resto suddiviso tra la Regione, i Comuni e l’Ags, attraverso la tariffa in bolletta. “Stiamo provvedendo alla ristrutturazione completa della parte dell’alto lago aggiornando i 55 chilometri di tubazioni alle portate al picco estivo”, precisa l’ingegnere Michele Cimolini, coordinatore dell’area progettazione di Ags. “I principi idraulici resteranno comunque gli stessi con le due condotte che prevedono da un lato la ristrutturazione quasi completa dei tubi che raccolgono i reflui e un sistema in pressione da Brancolino a Peschiera”. All’incontro hanno partecipato anche vari rappresentanti di Legambiente ricordando i dati presentati lunedì scorso, emersi dalle recenti analisi della Goletta dei Laghi. Come ormai noto, solo un punto su sei è risultato fuori dai limiti, ma ciò non porta ad abbassare la guardia. “Il fatto che il nuovo collettore ricada vicino all’ambito lacuale non sarebbe accettabile, rappresenterebbe un reiterare gli errori”, dice Lorenzo Albi dell’associazione ambientalista. “I problemi del lago nascono dal sistema ambientale complessivo, con un consumo del suolo enorme che vede Bardolino e Garda urbanizzati per oltre il 31% del suolo. Il 77,3% del turismo veronese si riversa sul lago ed è evidente quanto sia urgente stimolare a interventi di riqualificazione immediati del luogo. Sarebbe importante predisporre uno studio di impatto ambientale volontario, coinvolgere i cittadini e, ancora di più, pensare a un piano di adattamento e mitigazione ai cambiamenti climatici”.