Lago di Garda, ai minimi da 70 anni. Bene la pioggia ma non basta Il livello è crollato a 46 centimetri, con un riempimento poco oltre il 36 per cento

Con il lago di Garda ai minimi del periodo da 70 anni e il Po basso come in estate, l’arrivo delle precipitazioni è importante per salvare i raccolti nei campi messi a rischio da un lungo periodo di siccità che pesa sull’ambiente e sull’agricoltura. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare positivamente l’arrivo dell’ultima perturbazione con pioggia e neve. “La pioggia su Verona non può che farci piacere – commenta il Presidente della Coldiretti scaligera Alex Vantini – Non nascondiamo però la forte preoccupazione per una situazione che non può certo essere risolta con i pochi millimetri che bagneranno la nostra provincia. Si tratta infatti di un piccolo sollievo a fronte di una emergenza da gestire in modo più strutturato e organico coinvolgendo tutti gli attori: dal Governo al singolo imprenditore agricolo, fruitore e al tempo stesso responsabile di ogni singola goccia che cade il suo terreno”. Gli effetti della siccità sono evidenti nei grandi laghi del Nord – continua la Coldiretti – con il livello del Garda crollato a 46 centimetri sfiorando il minimo storico del periodo registrato 70 anni fa, con un riempimento poco oltre il 36%, mentre il Como è pieno solo al 23%, il lago d’Iseo al 26% e il Maggiore resiste al 45%. Il livello idrometrico del fiume Po al Ponte della Becca (Pavia) è a -3,5 metri con le sponde ridotte a spiagge di sabbia come non accadeva da decenni. L’anomalia riguarda in realtà l’intera Penisola dove il ritorno della pioggia – sottolinea la Coldiretti – è importante per dissetare i campi resi aridi dalla siccità e ripristinare le scorte idriche nei terreni, negli invasi, nei laghi, nei fiumi ma si registra anche lo scarso potenziale idrico stoccato sotto forma di neve nell’arco alpino ed appenninico. Il risultato è che in Italia sono circa 300mila le imprese agricole che si trovano nelle aree più colpite dall’emergenza siccità soprattutto nelle aree del Centro Nord con la situazione più drammatica che si registra nel bacino della Pianura Padana – spiega Coldiretti – dove nasce quasi 1/3 dell’agroalimentare Made in Italy e la metà dell’allevamento che danno origine alla food valley italiana conosciuta in tutto il mondo. Dalle precipitazioni – sottolinea la Coldiretti – dipendono le scelte delle aziende agricole che si stanno spostando da mais e riso verso colture come soia e frumento. Per le semine del riso si stima un taglio di 8mila ettari al minimo del trentennio. Gli agricoltori italiani sono impegnati a fare la propria parte per promuovere l’uso razionale dell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l’innovazione con colture meno idro-esigenti, ma non deve essere dimenticato che l’acqua è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio, la produzione di cibo e la competitività dell’intero settore alimentare” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “con l’Italia che perde ogni anno l’89% dell’acqua piovana abbiamo elaborato con Anbi il progetto laghetti per realizzare una rete di piccoli invasi diffusi sul territorio, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, per conservare l’acqua e distribuirla quando è necessario ai cittadini, all’industria e all’agricoltura”.