“Fatte le debite proporzioni, l’affare delle alleanze Agsm sta diventando un tormentone politico peggio della Brexit”. Cerca un paragone Michele Bertucco per spiegare ciò che sta accadendo attorno alla vicenda della fusione. di Agsm “Da anni”, dice, “la politica si agita inconcludente attorno a due-tre ipotesi che, nel nostro caso, a seguito dell’ultima consulenza strategica di Roland Berger, sono state così riformulate: stare da soli, fondersi con Aim; fondersi con Aim e poi cercare un partner industriale tra i giganti tipo A2A. E’ questo uno dei casi- aggiunge-cui la modalità con cui viene formulata la questione contiene già l’unica risposta accettabile. Se è vero infatti che Agsm da sola non sopravviverebbe e anche con Aim non avrebbe vita lunga, è chiaro che Finocchiaro e il Sindaco stanno guardando alla terza ipotesi che prevede il rincalzo da parte di un grosso gruppo industriale come A2A. Posto che secondo il sottoscritto- sottolinea- l’eventuale ingresso di un partner industriale deve avvenire con gara pubblica, in questo scenario la grande sconfitta è la Lega, quella veneta e veronese in particolare, che dovrebbe rimangiarsi il veto “mai con Milano!” ammettendo contestualmente che l’ipotesi della “grande multiutility veneta” era soltanto aria fritta”. Dunque: dopo anni di confronti, quasi mai svolti alla luce del sole del pubblico dibattito, si ritorna al punto di partenza. Vicenza comincia a pensare alle attività che dovrebbe scorporare prima di fondersi. Anche da noi il dibattito è appena cominciato e richiederà un lasso di tempo ancora lungo.