Di Ahmed Ibrahim, il 44 enne extracomunitario irregolare sul territorio italiano e pluripregiudicato, non è nota l’esatta nazionalità, motivazione per la quale già dal 2017, non è stato possibile concludere le procedure di espulsione dal nostro Paese. Eppure si tratta di un soggetto che inneggiava allo Stato islamico e che da tempo semina il terrore nella Capitale. Il problema, come fa sapere la questura di Roma, nasce dalla mancata finalizzazione delle procedure di riconoscimento nelle autorità consolari del Ghana e della Costa d’Avorio. Pratiche che, se non portate a termine, impediscono l’espulsione.
Dell’uomo però, è ben nota l’avversione verso i simboli cristiani e verso le forze dell’ordine. Su di lui esiste una nota della direzione centrale polizia di prevenzione, che lo segnala in quanto faceva proselitismo per la Jihad mentre si trovava in carcere. Presente da tempo nelle banche dati interforze, il 44enne è noto per essere un soggetto socialmente pericoloso. E l’ultimo eclatante episodio è proprio quello di sabato pomeriggio a Roma Termini.
LA PISTOLA ELETTRICA
Dell’episodio ha parlato Girolamo Lacquaniti, portavoce dell’associazione nazionale funzionari di Polizia e comandante della Polizia stradale di Verona. “L’intervento di sabato sera alla stazione Termini che ha visto diversi agenti impegnati a rendere inoffensivo un pluripregiudicato che, in evidente stato di alterazione, ha minacciato diverse persone brandendo un coltello, ripropone con urgenza il tema delle pistole ad impulsi elettrici da destinare alle forze dell’ordine. Solo la calma e il sangue freddo dei poliziotti intervenuti hanno fatto sì che nessun incolpevole cittadino rimanesse ferito, costringendo un poliziotto a sparare a una gamba all’uomo che nel frattempo si era spostato, sempre armato, in un altra via. Da anni, ormai”, ha proseguito Lacquaniti, “ribadiamo come le pistole a impulsi elettrici rappresentino un indispensabile strumento per affrontare le sempre più frequenti dinamiche operative dove soggetti armati e fuori controllo espongono gli operatori delle forze di polizia a enormi rischi ed alla gravosa responsabilità di essere costretti all’uso dell’arma da fuoco. A quanti mostrano perplessità nella necessità di dotare le donne e gli uomini delle forze dell’ordine di tali strumenti, ribadiamo che le pistole a impulsi elettrici rappresentano lo strumento meno lesivo e più efficace per tutelare l’integrità fisica di tutti: cittadini, forze di polizia e delinquenti stessi. Ci auguriamo’, ha concluso Lacquaniti, “che questo ennesimo episodio, peraltro gestito con grandissima professionalità dagli agenti intervenuti, possa essere l’occasione per una riflessione definitiva sulla necessità ed urgenza di ammodernamento dell’armamento delle forze di polizia”.