Cresce la percentuale di acqua potabile sottoposta a trattamento per la rimozione di agenti chimici. In cinque anni, dal 2015 al 2020, questo dato è passato dal 22,3% al 31,5%. Acqua più inquinata? Non esattamente: si sono affinati gli strumenti per la ricerca degli inquinanti emergenti, come fino a pochi anni fa erano considerati i Pfas e i Pfoa. È quanto è emerso nel corso del convegno «Inquinamento e stato della risorsa idropotabile», organizzato dall’Ordine degli Ingegneri di Verona nell’ambito della rassegna «Open 2021-2022: Sostenibili attività» e coordinato da Luciano Franchini, ingegnere e direttore dell’Ato veronese.
Un’occasione per fare il punto sullo «stato di salute» dell’acqua potabile, delle falda ma anche dei grandi bacini come il lago di Garda. Tra gli interventi, quello di Silvio Peroni, direttore generale di Acque Veronesi. «L’aumento della percentuale di acqua trattata è una conseguenza degli strumenti che abbiamo, via via sempre più potenti per rintracciare sostanze chimiche di cui prima non era possibile accorgersi, o che, addirittura, si ignorava l’esistenza, ossia gli inquinanti emergenti. Questo ha una conseguenza sui costi che dobbiamo sostenere, ma assicura l’assoluto stato di salubrità dell’acqua nel momento in cui arriva nelle case dei cittadini».
A fare il punto sui Pfas, Valentina Fuscoletti, ricercatrice del’Istituto Superiore di Sanità: «Dal 2013 — spiega — la rilevazione dei Pfas nelle acque distribuite si è ridotta costantemente, mantenendosi al di sotto dei limiti di rilevazione dal 2017. I dati confermano l’efficacia delle tecnologie di trattamento messe, e delle azioni di mitigazione messe in campo, tra cui l’applicazione di un Piano di Sicurezza dell’Acqua».
Al centro del convegno, anche i lavori previsti nell’immediato futuro, come la nuova dorsale idrica tra Belfiore e Verona est, con lunghezza di circa 17,5 km, parte del Modello Strutturale degli acquedotti della regione Veneto (MO.S.A.V.) e del piano per ridurre l’impatto dell’esposizione ai Pfas da parte della popolazione.
Altro progetto chiave è Collettore del Garda, «approvato nella sua interezza a livello di progettazione definitiva», ricorda l’Ingegnere Carlo Alberto Voi di Azienda Gardesana Servizi. Sul Garda si sono intensificati, inoltre, i controlli a tutti i livelli.
«Siamo rassicurati dal fatto — afferma Giorgio Franzini, responsabile dell’ufficio Lago di Garda di Arpav — che non sono stati rilevati gli inquinanti emergenti. Le indagini sono state effettuate sia sulle acque di superficie e in profondità, ma anche sui fanghi, in modo da verificare la salute della flora e della fauna. Emerge, invece, il rischio derivato da un progressivo riscaldamento delle acque, in linea con l’aumento di temperatura registrato nella nostra area geografica».
«Ìl tema dello stato delle nostre acque è fondamentale per la salute dei cittadini ma anche per qualità dell’ambiente — afferma Roberto Penazzi, responsabile della commissione ambiente dell’Ordine degli Ingegneri di Verona — come Ordine degli Ingegneri abbiamo voluto dedicare nell’ambito della nostra rassegna un ampio spazio a questo argomento, alla luce anche degli importantissimi progetti previsti nel nostro territorio».