Fondamentale. Basilare. Determinante. Magari solo non decisiva. La vittoria del Verona contro il Sassuolo è oro colato per il campionato del Verona. Si doveva vincere e lo si è fatto. Sul come è meglio parlarne. Ma intanto teniamoci stretto un successo di inestimabile valore. Anche alla luce dei risultati delle altre contendenti alla salvezza. L’Udinese non va oltre il pareggio contro una Salernitana sempre più ultima ma che dà ancora importanti segnali di vita. Il Cagliari spariglia il campo vincendo ad Empoli, riportando i toscani sulla terra e dando un colpo significativo alla lotta salvezza. Nella quale ci sono anche Frosinone e Lecce che allo Stirpe decidono di non farsi del male secondo un vecchio adagio calcistico che due feriti sono meglio di un morto. Nel caso in cui il Verona non avesse colto il bottino pieno contro il Sassuolo sarebbe stato un piccolo dramma, con i gialloblù a dover inseguire disperatamente. La rete di Swiderski nel finale di una gara brutta e in cui la paura l’ha fatta da padrone, permette ai gialloblù di scrollarsi di dosso la penultima posizione di classifica, di staccare ora gli emiliani di tre lunghezze e di condividere con il Cagliari la terzultima casella della graduatoria a, e questo è forse il dato più importante, una sola incollatura da Udinese e Frosinone, a due da Empoli e Lecce, prossimo avversario dei gialloblù in un altro spareggio salvezza. Questo è il quadro e questo sicuramente l’aspetto più importante della vittoria con il Sassuolo. Una gara che lascia aperti tanti interrogativi. Aspetti positivi, da un punto di vista tecnico, ci sono eccome, ma ce ne sono altri su cui riflettere. Il Verona dimostra solidità. Di pensiero e caratteriale. Vero che il Sassuolo grandi occasioni non ne ha avute ma per una buona seconda parte di gara la squadra di Ballardini ha tenuto il pallino in mano e ha creato i presupposti per fare male ad un Verona troppo basso. L’infortunio di Berardi che, seppur a mezzo servizio, aveva creato qualche apprensione alla difesa gialloblù, ha tolto fantasia al Sassuolo. L’errore di Henrique ha poi spianato la strada all’Hellas, capace, tuttavia, di stringere i denti, soffrire, lottare di squadra. Ma non c’è dubbio che bisogna fare di più, che è necessario alzare l’asticella tecnica, in particolare delle giocate offensive. Capitolo allenatore. Marco Baroni è una sorta di Penelope moderna. Disfa e ridisfa il Verona, non gli difetta il coraggio. Rischia in avvio il francese Henry, dentro un pò a furor di popolo e, soprattutto, perchè là davanti il Verona proprio non graffia. Ma per come gioca ora l’Hellas è evidente che un attaccante dalle caratteristiche di Henry non serva a nulla. Un peso per la squadra. Gli si chiede un lavoro che non gli è proprio, onestamente così il ragazzo fa solo brutta figura. Baroni se ne avvede e nel corso della ripresa, guarda caso, ridisegna il reparto offensivo togliendo prima Noslin, poi Henry e Lazovic e inserendo Mitrovic, Bonazzoli e il match winner Swiderski. Sia chiaro, senza la dabbenaggine di Henrique forse non si sarebbe vinto ma il Sassuolo al cospetto del Verona è prodigo di omaggi, da ricordare l’errore grossolano di Consigli sfruttato da Gaich la scorsa stagione. Insomma a Verona siamo educati, rifiutare i regali è da villani, almeno su questo è bene sorriderci sopra.
Mauro Baroncini