Il caso di Barbara Capovani la psichiatra aggredita, lo scorso 21 aprile a Pisa, da un suo paziente è purtroppo un altro drammatico caso di violenza agita nei confronti del personale sanitario. Il suo assassino, che ora è in carcere con l’accusa di omicidio volontario premeditato, si definiva uno “sciamano”, sui social postava ingerenze deliranti contro la psichiatria e pare che già nel 2012 avesse colpito ferendolo, fortunatamente non a morte, un altro professionista della salute mentale. Nel triennio 2019-2021 sono stati più di 4.800 i casi codificati dall’INAIL come violenze, aggressioni e minacce subiti da personale sanitario e socio-sanitario, con una media allarmante pari a circa 1.600 episodi di violenza all’anno e il fenomeno è sicuramente sottostimato, in quanto sono molti gli operatori che decidono di non denunciare per il timore di future ritorsioni. Le forme di violenza, in contesto sanitario, riguardano in primis l’abuso verbale (58% dei casi) riconosciuta come forma più comune di violenza non fisica, seguita dalle minacce (33% dei casi) e dalle molestie sessuali (12% dei casi).
La maggior parte degli episodi è perpetrata da pazienti e visitatori. Quella della violenza contro gli operatori sanitari, è per il Dr Filippo Anelli, Presidente della Fnomceo “Una vera emergenza nazionale, il 55% dei colleghi riferisce di aver subito violenza e il 48% pensa sia normale”. Il numero più importante di casi di violenza avviene in Ospedali e Servizi di emergenza-urgenza, Strutture psichiatriche, Strutture geriatriche e Servizi di continuità assistenziale.
A essere più colpite le operatrici sanitarie donne. Il personale sanitario pare essere un target particolarmente a rischio, proprio per la tipologia stessa del lavoro che svolge che lo pone a diretto contatto con la sofferenza altrui e quindi in situazioni caratterizzate da emotività, vulnerabilità, fragilità, frustrazione di fronte alla malattia propria o di un familiare, o ancora ad aspettative magiche di risoluzione e cura… Tutte condizioni che possono sommarsi, degenerare e sfociare nella perdita di controllo.
I numeri parlano chiaro, servono importanti interventi per la sicurezza di chi opera nei servizi sanitari e in particolare investimenti mirati in un settore da anni de-finanziato come quello della salute mentale. Per sensibilizzare la popolazione generale al problema è stata recentemente indetta il 12 marzo (Decreto del Ministro della Salute del 27 gennaio 2022) la Giornata Nazionale di Educazione e Prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari.
Il Ministero della Salute ha inoltre lanciato la Campagna #laviolenzanoncura, con lo scopo di informare dell’esistenza e della dimensione del fenomeno. Con l’obiettivo di promuovere un sentimento positivo nei confronti degli operatori sanitari che dovrebbero essere visti come professionisti impegnati a far funzionare al meglio un servizio fondamentale per la comunità e di ricostruire il rapporto di fiducia con la popolazione, che valorizzi il lavoro dei professionisti della salute impegnati a far funzionare il sistema sanitario grazie alla loro dedizione e professionalità.
Sara Rosa, psicologa e psicoterapeuta