La telenovela corre sull’Autobrennero Balotta: “L’autostrada macina profitti sulle spalle di automobilisti e camionisti”

“Sono ormai passati oltre sei anni dalla scadenza della concessione e, proroga dopo proroga, l’autostrada continua ad essere gestita dalla stessa società, che macina profitti e distribuire dividendi alle spalle di automobilisti e camionisti”.
È questo lo sfogo di Dario Balotta il presidente di ONLIT, l’Osservatorio Nazionale sulle Liberalizzazioni Trasporti e Infrastrutture.
“Anziché concedere ancora altre proroghe -dice- il Governo potrebbe attuare quella riforma del settore autostradale che viene auspicata da tempo: riprendersi l’autostrada, come prevede il contratto alla scadenza della concessione. Questa sarebbe l’occasione per rimodellare il settore applicando finalmente le regole europee passando da anacronistiche concessioni a snelli e trasparenti contratti di servizio. Le funzioni di esazione, delle pulizie e della manutenzione andrebbero affidate a società di servizi senza la concessione. Il reddito netto verrebbe incassato dallo Stato circa 140 milioni l’anno per essere poi speso nella manutenzione di ponti, gallerie e strade statali”. Secondo Dario Balotta, “la telenovela della Autobrennero, continua con sempre nuovi tentativi degli enti locali altoatesini e padani (Verona,Mantova e Modena) di assicurarsi la gestione a condizioni sempre più favorevoli”. Il presidente di ONLIT ricorda che “la provincia di Bolzano dice che “per fare gli interessi pubblici la cosa migliore è mantenere la gestione pubblica”. Secondo Dario Balotta “non si vede perché lo Stato accetti di assegnare l’Autobrennero senza gara per il principio “in house” quando potrebbe riprendersela per gestirsela visto che oramai l’A22 è ammortizzata. La soluzione proposta dal PD nell’articolo 130 della legge di bilancio ( il Suk dove può avvenire di tutto)e bocciata dalla commissione si è ritorta contro chi l’ha proposta. Riscattare le quote dei soci privati contro la loro volontà sarebbe stata una norma e incostituzionale in violazione del codice civile. Nello stesso articolo 130 verrebbe inspiegabilmente rateizzato su 8 anni il versamento del “fondo ferrovia” (800 milioni) allo Stato, accumulato con una tassa sul pedaggio, mentre il DL 148 del 2017 ne prevedeva l’esborso totale immediato allo Stato”.