La Straverona contro la fibrosi cistica In corsa per la solidarieltà: un charity program a sostegno della Onlus Veronsese

La Straverona torna a correre il prossimo 4 luglio, riportando per le vie della città scaligera non solo l’amore per lo sport e il movimento, ma anche un importante programma di solidarietà. Perché, se il mondo del podismo sta finalmente ripartendo, la stracittadina come sempre non vuole dimenticare chi è meno fortunato e necessita di sostegno, già da prima della pandemia.
I partecipanti, che il 4 luglio si ritroveranno in Piazza Bra per la Straverona, potranno correre o camminare in sicurezza grazie a una formula rinnovata, che prevede diverse batterie di partenza – una ogni dieci minuti – e pettorali contingentati: la corsa apre infatti a massimo 5.000 partecipanti. I percorsi quest’anno saranno due, uno da 5 km e l’altro da 12 km. Entrambi si svilupperanno tra le vie del centro cittadino, promettendo come sempre uno spettacolo unico e suggestivo a tutti i podisti che si addentreranno alla scoperta dei luoghi più simbolici di Verona.
La Straverona, organizzata da Associazione Straverona in collaborazione con il Comune di Verona – Assessorato allo Sport e Tempo Libero, è la corsa di tutti e per tutti. Anche per chi non ha la possibilità di scendere in piazza a correrla. Da anni Straverona promuove un charity program, che per questa 38a edizione sarà a sostegno di una realtà di eccellenza veronese: Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica – Onlus (FFC).
“Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica, riconosciuta dal MIUR – Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca come agenzia nazionale per la ricerca sulla fibrosi cistica, è nata – dichiara Matteo Marzotto, presidente e cofounder FFC – sotto la guida del professor Gianni Mastella, grande uomo e medico, proprio a Verona oltre vent’anni fa, il che rende questa partnership con Straverona ancora più speciale. Da allora siamo impegnati per sconfiggere una malattia che conta in Italia 2 milioni di portatori sani, spesso inconsapevoli, che possono trasmetterla ai figli”.