Fino a pochi mesi era tutto un coro unanime in città: salviamo la Stella d’acciaio di Rinaldo Olivieri (l’architetto progettista), riportiamola in Bra nel 2024, ripariamola non si può fare Natale senza la Stella, un simbolo di Verona da 38 anni. Al suo posto, nel Natale 2023, una installazione luminosa voluta da Palazzo Barbieri e costata oltre 139mila euro più Iva (coperti da Fondazione Cariverona) che ha fatto molto discutere a fronte della promessa delle istituzioni che la Stella bianca d’acciaio sarebbe ritornata quest’anno.
Bene, ma dov’è ora la Stella? In un deposito.
Manca ancora molto a Natale, è vero, ma la Stella viene montata molto prima in Piazza Bra. E quindi già il tempo a disposizione si accorcia. Inoltre ci sono gli interventi per ripararla che porteranno via molto tempo. E allora che fine ha fatto la Stella? E’ ancora ricoverata in un capannone a Vallese di Oppeano, controllata dalla Fondazione Verona per l’Arena che ne ha la proprietà.
Dopo la disastrosa scivolata del basamento sui gradoni dell’Arena in fase di smontaggio, il manufatto si è danneggiato e non è stato ancora riparato. Ma soprattutto sembra che nulla ancora si sia messo in moto per iniziare i lavori di sistemazione.
Anche perché la Stella era stata sequestrata dall’Autorità giudiziaria (per l’inchiesta sul crollo e danneggiamento dell’anfiteatro) e per tutto il tempo del sequestro è stata all’aperto e alle intemperie, per cui la struttura si è arrugginita e va trattata e riverniciata.
Bene, anzi male.
Da quanto risulta alla Cronaca di Verona, dai proclami di novembre e dicembre a oggi non si è mosso ancora nulla.
La Stella giace dimenticata dalle istituzioni che si erano impegnate a far di tutto per sistemarla. La Fondazione Verona per l’Arena avrebbe addirittura ipotizzato di far ricorso ad una raccolta fondi per trovare le risorse necessarie alla riparazione perché nessuno si è più fatto vivo. E ormai siamo a maggio, il tempo corre e oltre ai lavori di ripristino serviranno i tempi burocratici per rifare i collaudi. Quali sono gli scenari?
Salviamo la Stella, raccolta fondi?
I nodi: nuovo basamento e collaudi
Veniamo dunque agli aspetti più tecnici secondo quanto è riuscita a ricostruire la Cronaca di Verona con alcuni addetti ai lavori.
“I tempi per intervenire e rimettere in sesto la Stella d’acciaio di Olivieri sono già molto stretti; se non si interverrà entro maggio, rischiamo di perdere la Stella anche per questo Natale 2024”. Lo afferma Valentino Fedrigo dell’azienda Iron Beton che già nei mesi scorsi si era offerta di riparare l’opera senza oneri, a fin di bene per la collettività. Fedrigo ha visto la Stella a novembre: “Nessuno ci ha contattato. Dallo scorso anno nessuno più parla della Stella, è andata nel dimenticatoio. La Stella è sempre in deposito a Vallese di Oppeano, anche 20 giorni fa abbiamo sollecitato le istituzioni ma non abbiamo avuto risposta. Abbiamo lanciato una raccolta di firme per sollecitarne la sistemazione ma la struttura è sempre nel capannone, smontata e in attesa di lavori”.
Quando tempo può servire per ripararla? “Se si vuole rimetterla in piedi così com’è, si può fare anche in un mese; se invece la si vuole rifare nuova, può servire anche più di un anno”.
Ma il nodo da sciogliere è quello del basamento che si è rovinato nella caduta sulle gradinate dell’Arena precipitando nella cavea dell’anfiteatro. “La nostra proposta è di realizzare un basamento nuovo, in cemento armato e non più in metallo, prefabbricato e non vincolato all’Arena. Si tratterebbe di un plinto da 200 quintali riutilizzabile per altri eventi, come base per i fari o per le coreografie”.
Un lavoro che non richiede tempi lunghissimi, ma poi resta da capire “se sulla Stella si dovranno fare altri interventi per rimetterla in asse. Va modificata o no?”
Un paio di mesi di lavori e poi i tempi della burocrazia per nuovi collaudi e certificazioni. E una nuova autorizzazione della Soprintendenza. Con l’estate di mezzo.
Preoccupazioni che sono ben presenti in Fondazione Verona per l’Arena dove queste riflessioni sono all’ordine del giorno.
“Stiamo appunto pensando”, dicono in Fondazione, “se sia il caso di lanciare una campagna di raccolta fondi con lo slogan Salviamo la Stella. Noi non ci arrendiamo. Ci sono interventi rilevanti da fare sul basamento e non è cosa di poco conto. Stiamo cercando di capire, con aziende di primo piano del settore, tempi e costi. Potrebbero servire dai due ai 3 mesi di lavoro. Tra un mese, a fine maggio, avremo un quadro più chiaro”.
Nel frattempo si potrebbe attivare un fundraising perché finora non si è fatto avanti nessuno.
“Il problema è che non si tratta solo di rifare il basamento”, spiegano in Fondazione, “ma di riassemblare tutta la Stella e rimettere in asse la struttura che per 38 anni non ha mai dato problemi, ma adesso? Per questo saranno necessarie nuove certificazioni sulla staticità”.
Inoltre, essendo stata esposta agli agenti atmosferici durante il periodo del sequestro, la Stella avrà bisogno di una sabbiatura per togliere la ruggine e di una nuova verniciatura. Brillerà ancora a Natale o sarà solo una stella cometa?