La stangata. Bechi e bastonè: i numeri parlano chiaro La stragrande maggioranza dei 50 mila multati dal famigerato autovolex sulla tangenziale Nord viaggiava sotto il limite precedente. Tutte le cifre di Palazzo Barbieri

Bechi e bastonè. Cornuti e mazziati. Quasi tutti i multati dal famigerato autovelox installato lungo il tratto rettilineo della tangenziale Nord tra San Massimo e Porta Nuo­va viaggiavano sotto i 90 al­l’ora, ossia il limite in vigore fino al 12 ottobre scorso, giorno dell’attivazione del congegno. Pro­prio così, il 90 per cento delle persone sanzionate rispettava il di­vieto precedente e dunque, mes­so da parte per qualche mi­n­u­to l’inevitabile turpiloquio.

Il bancomat del Comune

Vien da farsi qualche domanda. Se tale velocità era così pericolosa per automobilisti e motociclisti significa che il Comune di Verona per due anni e mezzo, ossia fino all’attivazione dell’occhio elettronico, se n’è fregato della nostra sicurezza? E però il numero di incidenti gravi occorsi in quel tratto, ripetiamo rettilineo, è sempre stato minimo: dunque perché installarlo lì l’autovelox, anziché prima della curva che lo anticipa di qualche metro? Questo sì che sarebbe stato un modo «per fare prevenzione», come si sono subito affrettati a far sapere da Palazzo Barbieri nel momento in cui perfino l’Aci nazionale e provinciale hanno denunciato la scarsa utilità dell’autovelox ai fini della sicurezza stradale, adombrando il dubbio che Palazzo Barbieri voglia solo fare cassa con le sanzioni.

SIAMO MASOCHISTI?
Ma che prevenzione è se 46.156 multe su 49.681, dato fornito dallo stesso Comune, sono state comminate a chi rispettava il limite precedente? Siamo una città di pericolosi masochisti butta-schei o forse in quel tratto dritto di strada guidare sotto ai 70 all’ora equivale a essere fermi ed è difficilissimo non superare il limite? Tutti i veronesi ormai sanno precisamente dov’è stato piazzato l’autovelox, eppure il numero delle contravvenzioni è costante. È stata una richiesta al Palazzo da parte dell’ex sindaco oggi consigliere Tosi a consentirci di sapere con esattezza le cifre in questione. Nei primi tre mesi di sanzioni solo 3.525 persone hanno superato i 95 (nella statistica è inserita anche la tolleranza dei 5 chilometri orari). È del tutto evidente che gli spericolati che sfrecciano ai 160, tanto per citare il classico esempio portato dai nostri amministratori, vanno puniti severamente, se non appiedati per un po’. Ma lo capisce chiunque che si tratta di casi eccezionali. «In questo modo» ha sottolineato Tosi «il Comune incasserà 15 milioni di euro in un anno.

BANCOMAT DEL COMUNE
Credo che questo velox sia il più redditizio d’Italia, certamente lo è in Veneto. Sboarina vuole solo fare cassa coi soldi dei veronesi (il sindaco però ha chiarito che vengono multati anche i turisti, ndr). Nel resto delle tangenziali d’Italia, a parità di condizioni stradali, il limite è almeno di 90 chilometri all’ora, se non di 110». Noi l’abbiamo ribattezzato “Il bancomat del Comune” e qualcuno a Palazzo ci è rimasto male. Non lo abbiamo fatto tanto per dare addosso ai politici, primo sport nazionale assieme al calcio, ma alla luce di cifre che parlano chiaro. La media è di più di 500 multe al giorno, circa 16 mila al mese. Come viene reinvestito questo fiume di denaro? L’abbiamo chiesto pubblicamente ma nessuno ci ha risposto. Qualche monetina, ad esempio, potrebbe essere spesa per ridipingere le strisce pedonali, dato che sono numerosi i tratti di città dove sono state consumate dal tempo. Un piccolo report fotografico, anche in questo caso, l’ha realizzato ancora Tosi. Al quale questo giornale non ha mai risparmiato critiche, ma che in questo caso secondo noi ha ragione da vendere. Stando alla quantità di schei che doniamo al forziere di Palazzo Barbieri le nostre strade dovrebbero essere lastricate d’oro. E invece non lo sono neanche di buone intenzioni.

Alessandro Gonzato