Le precipitazioni del mese di maggio finalmente aiutano a combattere la pesante siccità. Il livello del fiume Po è salito di 1,5 metri rispetto allo scorso mese ed è tornato su livelli medi del periodo a -2,2 metri al Ponte della Becca, mentre la percentuale di riempimento del lago Maggiore è salita addirittura al 95%, quella del lago Como al 73% e solo quella del Garda al 51% rimane sotto la media del periodo. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti nel sottolineare che l’ondata di maltempo arriva dopo che, nel primo quadrimestre 2023 secondo le elaborazioni su dati Isac-Cnr, era caduta al nord il 40% di acqua in meno rispetto alla media storica. “Naturalmente non si può ritenere scongiurato del tutto il pericolo siccità – sottolinea Alex Vantini, presidente di Coldiretti Verona –, ma possiamo affermare che è finalmente giunto il ristoro tanto atteso. Se, come si prospetta, la pioggia scenderà con continuità e costanza anche nei prossimi giorni, possiamo ritenere salva la stagione irrigua almeno fino a inizio giugno e le colture che ora si trovano in campo potranno essere portate a una maturazione ottimale”. La prospettiva è meno ottimistica per i ciliegeti non protetti dagli impianti anti-pioggia: il fenomeno del cracking (la spaccatura della buccia dovuta all’eccesso di acqua) infatti potrebbe manifestarsi già nelle prossime ore sui frutti precoci ormai pronti per l’apertura dei mercati prevista per la prossima settimana. “A fronte di questa situazione climatica – continua Vantini – è strategico attuare progetti di lungo respiro che vadano oltre l’emergenza, come il piano elaborato dalla Coldiretti con Anbi che punta ad aumentare la raccolta di acqua piovana, oggi ferma all’11%, attraverso la realizzazione di invasi che garantiscano acqua per gli usi civili, per la produzione agricola e per generare energia pulita idroelettrica, aiutando anche la regimazione delle piogge in eccesso nei momenti di maggiori precipitazioni come quello attuale”. “Grazie alle piogge di questi giorni infatti – conclude – la falda si sta alzando ma la crisi idrica non è per nulla scongiurata. Come ben sappiamo l’approvvigionamento irriguo della nostra pianura dipende in gran parte dalla portata dell’Adige e, al di là del sollievo momentaneo, è fondamentale che anche i bacini trentini in questi giorni vengano rimpinguati”. Occhi puntati dunque anche sui cieli più a nord.
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