La sfida vinta delle cooperative sociali Quelle aderenti sono 110. La presidente Dal Degan: “Uno spirito davvero invidiabile”

Sono 110 le cooperative sociali aderenti a Confcooperative Federsolidarietà Verona che nei mesi di chiusura forzata hanno continuato ad assistere le famiglie, anche a distanza. Si sono reinventate, hanno sviluppato nuovi canali di comunicazione e nuove modalità di coinvolgimento degli assistiti. “Le nostre cooperative hanno dimostrato, nonostante le innumerevoli difficoltà e le incertezze del periodo, uno spirito di solidarietà verso i propri assistiti invidiabile” commenta la Presidente di Federsolidarietà Verona Erica Dal Degan. “Abbiamo deciso di prendere come riferimento le storie di sette nostre cooperative e di alcune famiglie assistite, per dimostrare concretamente il lavoro e l’impegno profuso da tutti gli operatori”. “Il periodo iniziale di lockdown è stato disorientante. – ammette Antonio, padre di Luigi, un ragazzo di 34 anni che frequenta il centro diurno della cooperativa sociale Emmanuel di Bovolone-.
Annalisa, madre di Alessandro, ragazzo di 23 anni che frequenta il centro diurno “Il Caleidoscopio”, della cooperativa sociale L’Officina dell’Aias di Verona, conferma di essersi sentita molto supportata dal servizio domiciliare che le è stato garantito per tutto il periodo di lockdown. “Rispettando le procedure di sicurezza Alessandro e l’operatore svolgevano insieme moltissime attività, dai giochi, al disegno, alla lettura, all’attività psico motoria”. La cooperativa sociale La Scintilla di Isola della Scala, che gestisce un centro diurno per disabili, servizi domiciliari rivolti a minori e adulti con disabilità e alcuni appartamenti per persone con disabilità e disagio sociale, oltre a predisporre interventi domiciliari nel pieno rispetto delle normative sulla sicurezza, ha confezionato dei video, in collaborazione con le famiglie, raccogliendo video e fotografie degli utenti, con registrazioni video degli operatori di tutta la Scintilla, e un terzo, in forma di “telegiornale”, che illustrava tutte le modifiche apportate alla struttura del centro diurno e le novità organizzative. Anche Anna e Raffaele (52 e 57 anni) che frequentano il centro diurno “I Colori”, hanno ricevuto un servizio di assistenza domiciliare per tutto il periodo di lockdown, racconta la sorella Rita. “Senza il supporto della cooperativa dice – non sarei stata in grado di gestire la situazione”. La cooperativa sociale Verona, attiva nella gestione di servizi sociosanitari e educativi orientati a persone con disabilità e a soggetti caratterizzati da menomazioni temporanee in condizioni di trattamento riabilitativo, ha proposto attività personalizzate per ogni ragazzo assistito attraverso la creazione di progetti specifici.La cooperativa sociale Anderlini di Cerea, che gestisce un centro diurno per persone con disabilità, una comunità alloggio e un appartamento per attività di educazione all’autonomia, ha garantito un sostegno psicologico costante che è stato molto apprezzato, così come la cooperativa sociale Casa Nostra di Cologna Veneta, che gestisce un centro diurno ed una comunità alloggio per disabili adulti.
L’ultima realtà che ha portato la propria esperienza è la cooperativa sociale Luce e Lavoro di Verona, che gestisce un centro diurno per persone con disabilità. Irene, sorella di Milena, 65 anni che frequenta il centro diurno, conferma che le telefonate e videochiamate settimanali dove l’operatore condivideva anche con i familiari le attività programmate per la giornata, sono state di grande supporto.