I vertici di Acque Veronesi hanno incontrato nella sede della Provincia di Verona alcuni primi cittadini e assessori dell’est e della pianura veronese per fare il punto sul progetto di raddoppio del sistema di filtraggio e sulle attività gestionali e di manutenzione alla centrale idrica di Madonna di Lonigo. A rappresentare la società consortile il presidente Niko Cordioli, il consigliere di amministrazione Paola Briani ed il direttore generale Francesco Berton. Al tavolo dei relatori anche il presidente della Provincia di Verona Antonio Pastorello e Mauro Martelli, presidente di Aato Veronese. Davanti ad una decina di amministratori dei territori interessati dall’inquinamento da sostanze pfas sono state illustrate tutte le iniziative messe in atto da Acque Veronesi, in coordinamento con gli altri enti, presso l’impianto di Lonigo, che costituisce il principale sistema di produzione di acqua potabile dei comuni interessati dall’inquinamento verificatosi in alcuni comuni della provincia di Vicenza, di Verona e di Padova. Acque Veronesi ha attuato in questi anni una serie di interventi finalizzati al trattamento delle acque prima della distribuzione in rete, al fine di garantirne la piena conformità ai parametri di performance stabiliti dall’Istituto Superiore della Sanità, l’organo tecnico scientifico del Servizio Sanitario nazionale che persegue la tutela della salute pubblica. La società di Lungadige Galtarossa si è inoltre prontamente attivata a seguito delle recenti indicazioni della Regione del Veneto per raggiungere la “virtuale assenza” di pfas nelle acque destinate al consumo umano. A tal fine ha dato avvio ad azioni gestionali, nonché alla sperimentazione, progettazione e realizzazione di un sistema di potenziamento della filtrazione e depurazione dell’acqua distribuita dalla centrale. “I lavori di potenziamento dei filtri partiranno ad inizio anno e termineranno entro aprile 2018 – ha detto Cordioli – L’impianto di Lonigo sarà così dotato di una doppia filtrazione dell’acqua, attraverso l’installazione di nuovi silos e l’utilizzo di 130.000 kg di carbone attivo. Il solo raddoppio dei filtri avrà un costo di 1 milione e 800 mila euro, che vanno ad aggiungersi alle spese di manutenzione e al cambio dei filtri (circa 100 mila euro al mese) ed ai costi fino adesso sostenuti da Acque Veronesi dal sorgere della problematica (quasi 3 milioni di euro). Cercheremo inoltre di stilare un sistema di approvvigionamento e di reti acquedottistiche dotate di “distribuzione intelligente e flessibile” dell’acqua, evitando così in futuro che un solo bacino d’utenza serva così tanti Comuni come avviene oggi”.