La fedele macchina fotografica al collo, l’inconfondibile chioma rosa, il volto segnato da una lunga vita perennemente in guerra. Il vuoto lasciato dalla pioniera del fotogiornalismo al femminile Letizia Battaglia, scomparsa a 87 anni lo scorso aprile, è incolmabile. «Fotografare è stato il mio modo di combattere», afferma solenne la vera Letizia Battaglia in una delle prime scene della miniserie Rai in due puntate Solo per Passione – Letizia Battaglia fotografa, ideata e diretta da Roberto Andò (e disponibile in streaming gratuitamente su Rai Play).
Nata a Palermo nel 1935, Battaglia ha fatto del suo cognome la sua missione di vita. A sedici anni si sposa per sfuggire a un “padre padrone”, trovandosi ben presto madre di tre bambine, prigioniera di un marito che le tarpa le ali. Anni di psicanalisi e ricoveri in clinica le infondono il coraggio per trovare la voce: Letizia comincia a lavorare come giornalista presso quotidiano comunista “L’ORA” e, da lì in poi, non smetterà più di catturare i sanguinosi crimini della mafia attraverso il disarmante bianco e nero della sua macchina fotografica.
Tutto questo e molto altro sulla vita e l’instancabile militanza di Letizia Battaglia è oggetto della miniserie Solo per Passione – Letizia Battaglia fotografa, andata in onda su Rai 1 in due serate lo scorso maggio. Roberto Andò, che con Battaglia ha in comune le radici palermitane, sviscera la vita della fotoreporter raccontandone le origini e l’ascesa, ma anche la vulnerabilità, l’insicurezza, i sogni, le difficoltà e, soprattutto, la grande passione per la fotografia e per il sociale.
A portare la fotografa sullo schermo una fenomenale Isabella Ragonese, punta di diamante del format, che ci regala una Battaglia governata da emozioni contrastanti, ma sempre pronta a sacrificarsi per contrastare l’epidemia sanguinosa che devasta la sua amata città. Buone anche le performance di supporto: nel cast anche Paolo Briguglia nel ruolo del castrante marito Franco, Fausto Russo Alesi nei panni del direttore del giornale “L’ORA” e Anna Bonaiuto nelle vesti della giornalista e politica Giuliana Saladino.
Come (quasi) tutte le fiction RAI, anche Solo per Passione presenta alcuni limiti: la vicenda si lascia andare spesso a eventi romanzati, scene smielate, resoconti lenti e ridondanti, che a volte distolgono lo sguardo dello spettatore dalla strabiliante carriera di Battaglia. A conti fatti, però, l’ultima fatica di Roberto Andò non può non essere promossa. A fare la differenza è la presenza della reale Letizia Battaglia, che in poche scene conferisce alla miniserie una dimensione di emozionante tangibilità.
«Ora che ho più di ottant’anni, posso dire che mi ha salvata la fotografia». Chiunque abbia avuto l’opportunità di visitare una mostra dedicata a Battaglia (o di vedere il consigliatissimo documentario di Kim Longinotto “Shooting the Mafia”) sa perfettamente quanto anche Battaglia, a colpi di fotografie, sia riuscita a salvare dal dimenticatoio e dall’indifferenza. Se non conoscete la sua storia e volete capirne di più, Solo per Passione è un buon inizio.
VOTO: 7.5
Martina Bazzanella