una delle 256 “Scuole innovative” riconosciute negli anni dal Ministero dell’istruzione. È cioè tra quegli istituti italiani che hanno progetti innovativi verificati, con novità nei campi della digitalizzazione, dell’ambiente o dell’inclusività. Per questo motivo, oggi, cinque professori neo assunti e ancora nel periodo di formazione sono venuti in visita all’Ospedale di Borgo Trento per assistere all’attività didattica delle Medie. Altri cinque verranno il 22 gennaio per assistere alle lezioni delle Superiori.
I Visiting professor hanno provato sul campo l’applicazione concreta di nuove metodologie didattiche e innovazioni tecnologiche, che sono un efficace contrasto alla dispersione scolastica. Questi docenti, che hanno scelto la Scuola in ospedale, devono fare una full immersion di 12 ore, suddivise in due giornate. La Scuola in ospedale, che si trova a Borgo Trento, è individuata tra “le scuole di accoglienza che si caratterizzano per una consolidata vocazione all’innovazione organizzativa e didattica”, come si legge dalla nota ministeriale.
Le aule sono nei reparti di Pediatria, Oncoematologia e Fibrosi cistica, sono dotate di strumentazione tecnologica e accolgono studenti dalla prima classe della Primaria fino alla Secondaria di secondo grado. Dall’anno scorso infatti sono state introdotte tre cattedre stabili anche per il ciclo delle Superiori. Gli insegnati vengono dall’istituto Copernico Pasoli e seguono 58 ragazzi, mentre gli 8 insegnanti dell’Ic 9 Valdonega, coordinati dal professor Paolo Saladini, formano gli allievi della scuola dell’obbligo che sono la maggioranza. In totale sono circa 800 i pazienti che ogni anno frequentano la Scuola in ospedale per periodi variabili a seconda della degenza. In media, ogni quadrimestre, ci sono circa 200 allievi delle Elementari e altrettanti delle Medie.
Nata negli anni ’90, la Scuola in ospedale ha un’esperienza pluridecennale e un ruolo importantissimo. I periodi di ricovero dei piccoli pazienti sono variabili. Per ognuno, anche per chi resta solo una settimana, ci sono percorsi mirati. L’impegno scolastico li aiuta a sopperire alle mancanze che devono sopportare e ad affrontare ciò che vivono con la malattia.