La Russia, Mattarella e la Ue che non c’è Lettere al direttore

Gentile direttore, le recenti parole del presidente Mattarella che ha equiparato la Russia di Putin al Terzo Reich di Hitler non favoriscono il dialogo e non fanno il bene dell’Italia. L’affermazione del Presidente Mattarella è stata non solo imprudente ma anche poco veritiera. La storia dice cose diverse e anche lui è forse in buona fede vittima di quella propaganda in Europa evidenziata da J.D Vance “La censura e’ una minaccia più grave di Putin”. Purtroppo, persone come il sottoscritto, solo per aver espresso opinioni diverse sul conflitto Russo-Ucraino sono state pesantemente accusate di essere “agenti di Putin” e di ricevere compensi dal Cremlino. Chi mi conosce sa che non sono corruttibile perché ci tengo troppo alla mia libertà di pensiero. Chi è corrotto invece è schiavo perché ricattabile. In un momento in cui Trump tratta direttamente con Putin, scavalcando l’Europa guerrafondaia che anche in questi giorni parla solo di armi, queste frasi rischiano di affossare ancora di più i rapporti tra Italia e Russia che storicamente sono sempre stati ottimi. I russi hanno una particolare simpatia per il popolo italiano e queste parole suonano veramente offensive.

Stefano Valdegamberi Consigliere regionale

Le osservazioni del consigliere regionale , da sempre filo russo nei fatti oltre che con le parole, non sono magari condivisibili in toto, però hanno il pregio di sollevare, seppur timidamente, una questione. Il nostro grande presidente della Repubblica Sergio Mattarella, baluardo delle nostre istituzioni democratiche ed esempio di rigore costituzionale, ha pronunciato a Marsiglia un discorso perfetto? Oppure anche lui può incorrere in qualche incertezza? Domande che non sono retoriche, perché più di qualcuno di fronte all’equiparazione tra l’aggressione di Putin all’Ucraina e il Terzo Reich di Hitler nel 1939 ha alzato un sopracciglio. Al di là delle prese di posizione ufficiali delle istituzioni e dei partiti, tra la gente si è aperto il dibattito.E per vari motivi, senza per questo voler incorrere nel timore di un vilipendio al Capo dello Stato, per carità. Primo, per le motivazioni storiche che forse non sono così parallele tra le due sciagurate e disastrose guerre, secondo per la opportunità politica in un momento così delicato nei rapporti geopolitici. E’ verissimo che la nuova conferenza di Monaco rischia di ripetere i nefasti giorni del passato quando le Nazioni abbozzarono di fronte all’aggressività di Hitler sperando che così il dittatore si accontentasse delle prime espansioni. Ma se oggi Putin vedesse legittimata in qualche modo la sua aggressione all’Ucraina e ottenesse qualche risultato, potrebbe essere invogliato a proseguire aggredendo i Paesi baltici, e poi quelli neutrali e via di questo passo. E’ giusto quindi ricordare che è Putin con le sue ambizioni imperialiste e zariste l’aggressore che ha provocato la guerra colpendo un Paese sovrano, l’Ucraina. E bene fa il Presidente Mattarella a ribadirlo. Ogni storia è a sé stante, ha motivazioni differenti e soprattutto popoli diversi. L’errore forse venne compiuto nei decenni scorsi, come ricorda Prodi, quando non si volle accogliere la Russia nell’orbita dell’Unione Europea spedendola nell’orbita della Cina. Europa che ha condotto in questi ultimi anni una guerra per procura contro il comunista Putin a difesa dell’Ucraina e ora si vede scavalcata e relegata nell’angolo dagli Stati Uniti di Trump che vuole condurre i negoziati da solo con lo zar Vladimir. Ma da quanto tempo Trump preparava questo piano con Putin? Ma torniamo alle parole del Presidente e al suo discorso storico. Quante volte l’Italia ha aggredito la Russia mandando a morire milioni di giovani nelle steppe? E l’ultima volta lo ha fatto a fianco proprio di Hitler e del Terzo Reich. Quel Terzo Reich che proprio l’Armata rossa ha contribuito a distruggere e per questo ora i russi non accettano che si parli di loro accostandoli alle gesta naziste hitleriane. Anzi, i russi hanno sempre sofferto il fatto che, secondo il loro punto di vista, il contributo di vite e battaglie che hanno portato per la sconfitta del Terzo Reich sia stato sempre sottostimato. E lo rivendicano con orgoglio. La Russia che oggi aggredisce, minaccia, uccide, bombarda è la stessa che con l’Armata Rossa ha contribuire a liberare l’Europa dal nazifascismo. E ora è facile per loro, con la portavoce Zakharova in testa, estrapolare dal contesto una frase pronunciata dal Capo dello Stato Mattarella per strumentalizzarla e avere il pretesto per sferrare nuovi cyber attacchi alle istituzioni italiane e agitare la propaganda e le minacce allo stesso Mattarella. Ma perché non abbiamo ancora deciso di convocare l’ambasciatore russo e fargli capire che è il caso di darsi una calmata? Attenzione dunque a prestare il fianco al gioco di Lavrov e compagni criticando il nostro Capo dello Stato che ha voluto in realtà richiamare l’Europa a un ruolo da protagonista evitando che si ripetano gli errori del passato. “L’Europa – si chiede il Capo dello Stato – può accettare di essere schiacciata tra oligarchie e autocrazie? Con, al massimo, la prospettiva di un “vassallaggio felice”. Bisogna scegliere: essere “protetti” oppure essere “protagonisti”?”. Questa è la sfida, perché finora nella Ue sembrano prevalere le divisioni sovraniste piuttosto che una unità di intenti culturali e militari che ci dovrebbe guidare nel nuovo cammino solitario senza più l’ombrello degli Usa. Il dibattito è aperto.