Nell’industria, nella scuola e nel mondo del lavoro in generale si sente sempre più spesso parlare di Intelligenza Artificiale, ovvero quell’abilità tipicamente umana di ragionare, apprendere e pianificare che viene applicata ai macchinari per diversi scopi. Lo sviluppo tecnologico di questa capacità è caratterizzato dalla velocità del suo incremento e potenziamento in diversi ambiti quali la robotica, l’industria e nel settore sanitario tanto che si sta consumando un forte dibattito sociale su quanto questa nuova forma di intelligenza possa, in un futuro non troppo lontano, soppiantare le capacità umane e sostituire il lavoro dell’uomo su diversi piani.
Ma è proprio vero che l’AI rappresenta solo una minaccia per l’umanità?
“La preoccupazione pubblica che l’IA possa rendere l’umanità irrilevante contrasta con i molti ricercatori nel campo che si preoccupano principalmente di come progettare sistemi di IA. Entrambe le parti farebbero bene a imparare l’una dall’altra’’
Allan Trevor
Come accennato l’AI e più in generale la robotica, stanno influenzando il mondo dell’industria tanto da dare il via ad una vera e propria rivoluzione basata sulla collaborazione tra uomo e macchina, definita Industria 5.0.
L’obiettivo di questa nuova visione industriale è quello di dare, attraverso l’AI, un valore aggiunto alla produzione creando prodotti che soddisfino sia le esigenze dei consumatori, ma che rispettino anche l’ambiente che ci circonda sulla base dei criteri della sostenibilità, dell’human centric e della resilienza.
A differenza del modello precedente, questo nuovo paradigma, focalizza la sua attenzione sul ruolo dei lavoratori e sulla transizione verso modelli di sviluppo più sostenibili, dal punto di vista sociale ed ambientale.
Una vera e propria cooperazione tra capacità e caratteristiche umane e abilità artificiali che, se applicate con criterio e sulla base del rispetto dei diritti umani come quello tanto dibattuto della privacy, possono essere messi al servizio della società e fungere da miglioramento del mondo industriale sul piano della competitività, della produttività e del rispetto dei limiti del Pianeta.Un beneficio anche in termini di sicurezza sul lavoro.
Secondo la Commissione Ue, infatti, le nuove soluzioni permettono di creare luoghi di ambiente più sicuri: inserendo queste tecnologie nei settori dove avvengono in percentuale maggiori incidenti, si azzererebbero il rischio di morte e di infortuni sul lavoro.
Tutto questo è sicuramente un’opportunità se ci apriamo ai cambiamenti senza opporre resistenze e se impariamo a gestire queste soluzioni innovative con una buona “intelligenza umana”.
*Tiziana Recchia
*Fondatrice, titolare e amministratrice di Cassiopea. Da oltre 30 anni è business e life coach, si occupa di formazione e supporta le aziende nei momenti di cambiamento. Collabora con la redazione de “La Cronaca” per portare il suo punto di vista esperto nel mondo del business. Per saperne di più visita il sito www.cassiopeaweb.com, o contattala direttamente scrivendo a tiziana@cassiopeaweb.com o chiamando il 347 1513537.