La riabilitazione si fa in aziende agricole Il direttore Giuseppe Ruffini: “Il ruolo della fattorie sociali è sempre più centrale”

Pur non essendosi mai realmente interrotta, la collaborazione tra Coldiretti Verona e l’Ospedale di Santa Giuliana riprende con nuovi progetti per la riabilitazione dei giovani pazienti. Oltre al laboratorio di cucina che ormai da un anno si svolge una volta a settimana negli spazi del Mercato Coperto di Campagna Amica, dopo un breve periodo di prova ora prende il via un’altra proposta rivolta ai ragazzi ricoverati in ospedale. I giovani pazienti avranno infatti l’occasione di fare esperienze rieducative stando lontani dal contesto sanitario, in un ambiente aperto e naturale come quello delle tre fattorie didattiche e sociali aderenti a Coldiretti Verona selezionate dai professionisti della struttura e che si sono rese disponibili a collaborare per aiutare gli ospiti nel percorso riabilitativo. Durante le visite, i ragazzi saranno supportati da operatori professionisti nell’acquisizione di nuove competenze come per esempio la cura di un alveare e degli animali da cortile, l’attività dell’orto e del frutteto dove si raccoglieranno le mele, o l’utilizzo delle materie prime naturali per dipingere. Tiziano Zenere, Direttore generale di Santa Giuliana, ha commentato così il progetto: «L’iniziativa delle Fattorie sociali con Coldiretti è un’occasione per i nostri ragazzi che da qualche mese escono dal contesto sanitario per incontrare persone, intessere relazioni in un ambiente aperto, naturale e di socialità. Nelle fattorie vedono come i frutti della terra e degli allevamenti sono prodotti e lavorati e ne vedono il ciclo. Sono esperienze che li formano veramente. L’iniziativa sta dando ottimi risultati. L’esperienza di Santa Giuliana con Coldiretti promuove salute, anziché solo curare i nostri ragazzi, e quindi è un interessante ambito di prevenzione nel delicato contesto della salute mentale dei nostri giovani». Interviene anche Amedeo Bezzetto, psicoterapeuta responsabile dell’Area Riabilitativa Adolescenti di Santa Giuliana: «Mettere le mani in pasta significa per i nostri ragazzi lasciare da parte il digitale e confrontarsi con la realtà affrontata in presa diretta, aiutati da adulti che li accompagnano senza giudizio. È un’esperienza di relazione e di emotività concreta e sincera. Con l’attività in fattoria, inoltre, vogliamo promuovere una degenza a più ampio respiro, realizzata fuori dalle mura dell’ospedale: i ragazzi fanno esperienza con i prodotti agricoli e la loro trasformazione, mentre con gli animali da cortile lavorano il latte per fare il formaggio e utilizzano le uova per fare pasta fresca e dolci, o preparano caramelle al miele». “Fin da subito – interviene il Direttore di Coldiretti Verona, Giuseppe Ruffini – abbiamo ritenuto utile metterci a disposizione dell’ospedale di Santa Giuliana per mantenere fede alla mission di Coldiretti che prevede un impegno a 360 gradi al servizio della comunità. Il ruolo delle fattorie sociali sta diventando sempre più centrale grazie alla preparazione degli operatori e alla stretta collaborazione con la rete assistenziale rivolta ai soggetti più deboli della società”. Coldiretti Veneto ha recentemente sollecitato l’aggiornamento del testo legislativo regionale n. 14 del 2013. “Ora – conclude Ruffini- a fronte di un incremento delle richieste da parte delle famiglie, è necessario intervenire per uniformare la normativa regionale a quella nazionale della Legge 141/2015, valorizzando ulteriormente la collaborazione tra imprenditore agricolo e soggetti sociali”. In Veneto le fattorie sociali sono circa 35. Nel veronese quelle aderenti a Coldiretti sono 9.