Tanto tuonò che non piovve. Chi s’aspettava tuoni e fulmini dopo la bufera politica di ieri, oggi è rimasto deluso. Più che un ritorno al sereno, in realtàsembra più che altro la classica quiete dopo la tempesta.
Sul terreno, restano i cocci di rapporti già complicati di per sè e adesso ancora più “stiracchiati” dopo le ultime vicende. Perchè, al di là delle parole, di chi attacca e di chi difende, di chi pensa di aver vinto e di chi (in apparenza) ha perso, resta una verità lampante: Fratelli d’Italia e Lega, di sicuro, non sono adesso più vicini, anche se non è detto che siano per forza più lontani.
E anche se questo scossone non dovrebbe mettere in discussione la scelta finale del candidato sindaco (ribadiamo, resta Sboarina, anche se a qualcuno, chissà perchè, dà fastidio che si scriva), certamente ne ritarda l’ufficialità, a questo punto rimandata a dopo le Festività.
Nel frattempo, c’èun’altra partita che si gioca sabato e che potrebbe dare qualche elemento in più per semplificare (o complicare) le cose. Sabato infatti si vota per il Consiglio Provinciale, dove, per ora, l’unica certezza è data dal Presidente, il leghista Scalzotto, sindaco di Cologna.
Perchè sabato può essere una partita importante? Perchè, strano a dirsi ma la politica, si sa, è un mistero infinito, ci sono in corsa due liste (anzi, tre, ma la terza è più civica che politica) piuttosto difficili da definire. Da un lato, infatti, c’è la lista di Fratelli d’Italia, che qui corre da sola. Dall’altra, un listone, che fa rima con minestrone, in cui ci sono Lega, Forza Italia, Tosiani e pure il Pd.
Ora, preso atto che il Consiglio provinciale è comunque un organo a se stante e che le logiche sono molto diverse da quelle consuete, sarebbe interessante capire come mai, invece di misurarsi e di “allenarsi” per le comunali, Fratelli d’Italia e Lega hanno deciso di correre separati. Così come è un po’ strano che lo stesso Pd figuri in questa lista, ma non andremmo avanti con le domande, destinate a rimanere senza risposta.
Quanto a Palazzo Barbieri, la quiete durerà, di sicuro, almeno fino alla prossima settimana, quando tornerà d’attualità il rebus della sostituzione di Andrea Bassi, in Giunta.
Ipotesi 1: Verona Domani potrebbe chiedere quel posto, che già gli spettava, ma che è reclamato anche da altri gruppi. In questo senso, una strategia “intelligente”, in un momento delicato, potrebbe suggerire a Sboarina una scelta diversa, anche per non “strappare” ulteriormente un tessuto lacerato.
Ipotesi 2: nomi ce ne sono già, sul tappeto. I più gettonati sono quelli di Anna Leso e Zandomeneghi, ma in entrambi i casi, ci potrebbero essere conseguenze difficili a livello di equilibri.
Ipotesi 3: la scelta di un esterno, magari da condividere tra i vari gruppi, per mantenere comunque un sostanziale equilibrio. E’ questa la parola-chiave. Equilibrio. I pavimenti di Palazzo Barbieri, ora, sembrano una pista di pattinaggio…