Il piatto emblema delle grandi occasioni, il risotto, rischia di essere preparato con il riso estero, nonostante quella italiana, soprattutto veneta e veronese sia una produzione di assoluta eccellenza. E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti del Veneto oggi a Roma al sit in davanti al Ministero per le Politiche Agricole e Alimentari, con una delegazione di risicoltori veronesi, rodigini e vicentini in rappresentanza di 120 aziende. “Le nostre tipicità Carnaroli, Vialone Nano e Arborio sono schiacciate dall’aumento del 346% degli arrivi dal Vietnam e del +34% della Thailandia – spiega il direttore Pietro Piccioni. Mai così tanto riso straniero è arrivato in Italia come nel 2016, con una vera invasione da Oriente da cui proviene quasi la metà delle importazioni che hanno raggiunto il record storico di 244 milioni di chili”. Piccioni fa riferimento al Dossier #SosRisoItaliano elaborato dalla Coldiretti su dati Istat dalla quale emerge che grandi quantità sono arrivate anche da India (34 milioni di chili), Pakistan (25 milioni di chili) e Cambogia (17 milioni di chili).“Il riso Made in Italy è una realtà da primato per qualità, tipicità e sostenibilità che va difesa con l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza, il blocco delle importazioni da Paesi che non rispettano le stesse normative vigenti in Italia in termini di caporalato, di rispetto ambientale e di impiego di prodotti chimici pericolosi per la salute ma anche con l’avvio di accordi di filiera e di formule assicurative sui ricavi a difesa del reddito” ha affermato il Presidente nazionale della Coldiretti, Roberto Moncalvo, nel sottolineare che “Servono pero’ anche interventi comunitari tempestivi ed efficaci nei confronti delle importazioni incontrollate, che prevengano il rischio di perdite economiche per i risicoltori e non agiscano quando i danni si sono già verificati. In tal senso è necessario attivare la clausola di salvaguardia per il ripristino dei dazi”.