Dopo 20 anni, il divorzio: io non resisto
Sono un uomo adulto ma mi sento vecchio. Ho un’occupazione che rappresenta solo il sostentamento economico perché il mio vero lavoro non mi garantiva più nemmeno la possibilità di pagare le bollette. Dopo più di 20 anni di relazione: il divorzio. Prima conviventi poi quasi per caso il matrimonio e adesso separati. Un rapporto a dir poco difficile spesso quasi impossibile ma la sua imprevedibilità, la vitalità, le emozioni sempre sull’orlo del parossismo tragico mi permettevano di sentirmi protagonista della mia quotidianità. Adesso continuiamo a vederci e sentirci e lei mi dice che sarò per sempre il suo uomo ma mi invita anche alla formalizzazione del divorzio. Forse serve solo tempo ma da due anni andiamo avanti cosi e non riesco a capire come uscirne.
Marco, Verona
Mi sembra chiaro che con lei la tua vita avesse una spinta vitale che adesso manca come mi sembra altrettanto evidente che entrambi non riusciate a immaginare il futuro l’uno senza l’altra. Avete provato tutto: frequentazione, convivenza, matrimonio, separazione e infine divorzio. Andate fino in fondo e chiudete il cerchio. Divorziate e ricominciate dall’inizio facendo tesoro della storia e di quello che avreste dovuto imparare. Mantenete l’opportunità di allontanarvi, le vostre case, la lontananza possibile, per poi darvi appuntamento per un ’incontro, una cena, la spesa, un film. Chiamiamola modernità questa famiglia che non condivide lo stesso tetto, lo stesso letto ma che ha un valore inestimabile: non farti sentire vecchio.
“Adesso non so se è lui l’uomo col quale voglio vivere”
Mi sono trasferita senza pensarci troppo: ho lasciato lavoro, amici, la mia grande città unica al mondo per un uomo. Sentivo che era la cosa giusta per me ma adesso non so più se lui è la persona con la quale voglio stare. Nel momento forse più critico della nostra relazione è arrivato un figlio inaspettato ma da subito considerato un incredibile dono e che adesso rappresenta il senso della mia vita e la mia unica famiglia . Io non sono più una ragazza ma una donna che ha superato i 40 e fra noi c’è una grande differenza di età e credo di dover necessariamente pensare al mio futuro e di mio figlio e di non poter più aspettare semplicemente che accada qualcosa.
Anna, Verona
“Ma non confondere l’amore e l’innamoramento che oramai non è più tempo” ( Brunori Sas). In 10 parole: tutto. Quanto tempo serve per conoscersi ? e quando credi di conoscere anche la più impercettibile linea della sua mano ecco che è già mutata, scomparsa, troncata, ha cambiato direzione, è diventata profonda. Il sentimento che transita dall’entusiasmo e dalla curiosità della scoperta alla quotidianità faticosa e all’impegno della costruzione della condivisione, impone pazienza.
Non la pazienza rassegnata di Giobbe ma quella qualità di chi accetta le difficoltà con animo sereno ma perseverando nell’azione . È un applicazione senza sosta. Esercita la pazienza di conoscere e riconoscere l’uomo che condivide con te tempo e spazio e di scoprire insieme vostro figlio. Hai ragione non puoi più aspettare che qualcosa accada, sei tu che ogni giorno devi scoprire il vostro mondo e allora riuscirai a comprendere se è il tuo.
“Io volevo essere una madre”
Devastata. Rotta in milioni di pezzi. Cosi mi sento ogni minuto da più di 10 anni. L’ho persa che aveva 15 anni e già con determinazione e insistentemente cercava di togliersi la vita. Ci hanno separate, cresciuta da altre persone fino ad ora. Vive. Si è laureata ed insegna. Chiama mamma un’altra che non sono io. Mi sono fatta aiutare per capire e superare, ma il dolore e il fallimento non mi abbandonano mai. Non riesco a farmene una ragione di non aver potuto essere sua madre , la madre che sognavo e speravo di essere.
(Claudia-MN)
Saltiamo la parte facile del giudicare. E’ troppo comodo e lo facciamo sempre e subito. Ascoltiamo invece il tuo dolore che non può essere né capito né misurato, e’ il tuo. Hai donato la vita e nel dono è implicito il non aspettarsi nulla in cambio. Nulla. Sognavi di esprimerti come madre e di avere in cambio l’amore devoto dei figli? Diventare genitore vuol dire avere l’opportunità di mettere a disposizione tutti i mezzi necessari ad un anima e un corpo di formarsi , maturare , scoprire , realizzarsi , diventare pittore, atleta, giardiniere , insegnante o qualsiasi altra cosa desideri ma non tutti i genitori sono compatibili con i propri figli, non è scontato, nessuna legge lo impone e nonostante madri e padri cerchino di fare del loro meglio a volte non funziona. Le hai donato una vita che non era pronta ad affrontare ma che forse anche grazie a qualcuno altro non si è interrotta . Perché si fanno i figli ? Inutile mentire immaginando le ragioni più altruistiche: egoismo quasi sempre . Cerca di capire chi sei tu a prescindere dall’essere una madre.
FAXI