Per i coltivatori della Pesca di Verona è tempo di rivincita. Dopo anni di vicissitudini di ordine agronomico e burocratico, il prodotto torna a fregiarsi della certificazione IGP. In questo periodo i produttori assistevano ad un mercato con i valori in picchiata ed una produzione sotto attacco da insetti killer ed avversità climatiche, ma con il presidio costante della Coldiretti scaligera è stata restituita l’identità alla pesca veronese.
L’iter del ripristino dell’Igp della Pesca di Verona si è concluso lo scorso 28 giugno con un decreto attraverso il quale il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida ha conferito a Csqa srl di Thiene l’incarico di ente certificatore. Il prossimo passo è la ricostituzione del Consorzio di tutela.
Per suggellare questo importante traguardo,il presidente del Consiglio regionale Roberto Ciambetti ha convocato a Palazzo Ferro Fini la conferenza stampa di presentazione ufficiale del marchio. Interverrano il consigliere regionale Filippo Rigo promotore dell’iniziativa, il presidente di Coldiretti Verona Alex Vantini e il direttore regionale Marina Montedoro, il presidente dell’Associazione Ortofrutta veneta Stefano Faedo. Ambasciatore della bontà di questo frutto il Patron dell’Harry’s Bar Arrigo Cipriani erede dell’inventore del “Bellini” cocktail che alla base ha proprio la polpa di pesca. Il drink è tuttora una specialità stagionale diffusa in tutto il mondo.
Secondo i dati di Veneto Agricoltura la pesca è coltivata su una estensione regionale di 1.554 ettari e risulta in diminuzione del -6,9% rispetto al 2021. Quasi l’84% degli investimenti, si concentra nella sola provincia di Verona (1.265 ha). Nonostante la perdita di superfici, l’ottimo innalzamento delle rese ha portato ad una produzione totale raccolta di nettarine e pesche di circa 31.400 tonnellate, con una crescita produttiva del +669,6% rispetto al 2021. E sempre Verona la principale provincia per questa fruttifera che ha prodotto 25.632 tonnellate totali (+646,1%).