Il disturbo da Dismorfismo corporeo, chiamato anche Dismorfobia, è un disturbo d’ansia legato alla percezione dell’apparenza fisica (o immagine corporea). Nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5) questo disturbo si può individuare nella categoria dei disturbi ossessivo compulsivi e disturbi correlati. La Dismorfobia è la così detta paura della “forma sbagliata” e le sue cause sono attualmente oggetto di studio, secondo le ultime ricerche all’origine della patologia ci sarebbe una combinazione di fattori di natura genetica, sociale, culturale e psicologica.
La Dismorfobia si manifesta con un’angoscia persistente per una o alcune imperfezioni fisiche, che in genere non vengono neppure notate dagli altri, ma che, per il soggetto in questione rivestono un’importanza vitale. L’età di insorgenza di tale disturbo è tra i 16-17 anni, con sintomi subclinici che si evidenziano già a 12-13 anni, la prevalenza è del 2.4% e riguarda maggiormente il sesso femminile.
E’ una patologia che è stata associata a trascuratezza e abuso durante l’infanzia, in quanto i traumi pregressi possono aver modificato in negativo l’immagine corporea e la stima di sé. Spesso la Dismorfobia, inoltre, è correlata ai disturbi della sfera alimentare, alla marcata introversione, alla tendenza al perfezionismo e a una visione negativa della propria immagine estetica. Si tratta di un vero e proprio disturbo psichiatrico per cui una persona non accetta una parte del proprio corpo, tale disagio causa una compromissione della qualità di vita in ambito individuale, sociale e scolastico/lavorativo.
Le idee di non accettazione, insite nel disturbo, sono intrusive, persistenti e di complessa gestione. In genere a essere disprezzata è una zona specifica, più raramente l’intero corpo, come il naso o le orecchie o il colore della pelle o i capelli…. Etc. Con il passare del tempo la parte rifiutata può cambiare.
Si sviluppa una sorta di odio/amore nei confronti degli specchi, che se da un lato angosciano dall’altro attirano: il dismorfofobico si esamina e controlla di continuo, alla ricerca della conferma di ciò che di negativo pensa di sé. Anche l’abbigliamento è uno strumento strategico e serve a occultare e modificare quella parte del corpo ripudiata, tramite: berretti, occhiali da sole, sciarpe, cappottoni (anche in stagioni calde) il dismorfobico si nasconde apparentemente dallo sguardo altrui, ma in realtà si cela a sè stesso. In mancanza di un trattamento adeguato solitamente costituito da psicoterapia e terapia psicofarmacologica laddove, invece, sarebbe necessario intervenire, la dismorfofobia può portare a gravi conseguenze, tra cui: depressione, autolesionismo e pensieri anticonservativi, è importante in presenza di avvisaglie o segnali di rischio rivolgersi pertanto a un professionista.
Sara Rosa, psicologa e psicoterapeuta