“Pochi giorni fa un operatore dell’ecocentro di Mattaranetta è stato vittima, da parte di due utenti, di aggressione fisica e verbale a suon di minacce, sputi e calci, costatagli un ginocchio tumefatto con prognosi di 8 giorni del Pronto Soccorso”, scrive Elisa La Paglia, Pd, in un nota e nell’interrogazione presentata.
“Sulla vicenda esiste una denuncia-querela che ha dato presumibilmente avvio a delle indagini e forse arriverà ad un processo, pertanto mi astengo da ogni giudizio al di là di ciò che ho riassunto nell’interrogazione in allegato.
Ci tengo a sottolineare l’inaudita e ingiustificata violenza scaturita, a quanto risulta, da una banale contestazione, anzi, da una semplice osservazione, che l’operatore avrebbe rivolto ai due utenti in merito alle corrette modalità di conferimento dei rifiuti.
Il punto politico sul quale chiedo risposte immediate e convincenti è che non è la prima volta che fatti di questo genere accadono negli ecocentri veronesi. Con l’avanzare, pur lento, della raccolta differenza spinta, gli unici due ecocentri presenti sul nostro territorio mostrano tutti i loro limiti, sia per numero, largamente insufficiente, sia per (dis)funzionalità.
In particolare, nella piattaforma di Mattaranetta i container sono raggiungibili soltanto da delle scalette rendendo così il conferimento a dir poco disagevole. La barriera in ingresso, indispensabile per l’identificazione e le registrazioni degli utenti nonché per la gestione dei flussi in entrata ed in uscita, non risulta in funzione. Le telecamere, supporto utile a controllare che i rifiuti vengano depositati correttamente nonché a garantire la sicurezza di utenti e lavoratori, risultano non in funzione. La sicurezza appare insomma non garantita.
Dalle testimonianze raccolte risulta inoltre che l’operatore sarebbe stato minacciato di perdita del posto di lavoro in ragione di presunte conoscenze che i due utenti ostili nutrirebbero tra i vertici dell’Amia. Millanterie, si direbbe, se non fosse che l’operatore afferma di essere stato, successivamente, effettivamente oggetto di cambio mansione da parte della cooperativa per cui lavora, che a sua volta svolge il servizio all’ecocentro per conto di Amia. L’operatore, cui va tutta la mia solidarietà, si dice disposto ad andare fino in fondo nell’accertamento dei fatti anche in nome dei tanti operatori che quotidianamente subiscono atti ostili simili ma che non possono permettersi di rischiare l’impiego.
Ad Amia chiedo di garantire la sicurezza, l’efficienza delle strutture, per i lavoratori e per i cittadini cui si presta servizio. Si tratta di un episodio non isolato, episodi simili erano già accaduti in quello stesso ecocentro ed anche in quelli di Comuni vicini come San Martino Buon Albergo, Colognola ai Colli e Lavagno”, conclude l’esponente del Partito Democratico.