“L’Arte è importante come la nostra stessa vita”, sancisce il manifesto del movimento Cracking Art e, l’intento dichiarato, è “costruire una nuova iconografia” capace di elevare la plastica a materia creativa. Per farci conoscere questa singolare forma d’arte, il Comune di Soave ha organizzato la rassegna “Soave Cracking In Love” che trasforma il centro urbano in una galleria d’arte di grande effetto, animata da colorate sculture in plastica rigenerata. L’allestimento fa dialogare l’arte contemporanea con le architetture storiche del borgo medioevale e trasmette, in tal modo, un messaggio di sensibilizzazione alle tematiche della sostenibilità, di avvicinamento alla natura e di difesa dell’umanità. L’iniziativa, inserita nel più ampio contesto di “Lago di Garda in Love”, offre al pubblico suggestivi itinerari concepiti per esplorare le installazioni e ricercare, nel confronto tra classicità e contemporaneità, inediti punti di vista. Il percorso, impreziosito da cuori luminosi, da Porta Verona porta al noto Castello, coinvolge tutto il centro storico con “le vie, le piazze, i monumenti, nonché il Tramigna e le mura stesse” e fa diventare il paese, spiega il sindaco Matteo Pressi, “un vero museo all’aperto”. Il movimento Cracking Art prendendo spunto da forme di graffitismo (con espressioni creative inserite nel tessuto urbano), land art (con interventi diretti sul territorio naturale), dadaismo (con rifiuto degli standard artistici) e pop art (con sfida all’arte della tradizione e inclusione d’immagini legate alla cultura di massa) propone rappresentazioni di animali iconici (quali conigli, coccodrilli, elefanti, chiocciole, rane e oche) che intendono stupire chi osserva e sollevare questioni irrisolte. Le artiste e gli artisti di Cracking Art ci chiedono di prendere coscienza di quanto sia importante l’impegno sociale e si focalizzano sul connubio “vero e falso” attraverso un lavoro di “ricostruzione sintetica della natura” realizzata con performance di notevole impatto visivo e su temi di scottante attualità (devastazioni ambientali, ingegneria genetica, riciclaggio dei rifiuti e violenza relazionale). Questa forma creativa, diffusa in tutto il mondo, si impone in Italia a partire dagli anni Novanta ma trova una sua consacrazione nel 2001 all’interno della prestigiosa Biennale di Venezia che la celebra esponendo una grande installazione pop e iperrealista composta da migliaria di sculture dorate raffiguranti tartarughe (considerate “garanti di longevità e saggezza, ma spesso vittime innocenti”). La Cracking Art lancia l’idea di spezzare i consueti circuiti dell’arte per creare, provocatoriamente, “una scissione molecolare tra naturale e artificiale”. L’operazione testimonia l’insofferenza nei confronti del mercato dell’arte e la rottura del sistema dal suo interno. Le artiste e gli artisti creano le loro colorate rappresentazioni con stampi industriali di plastica riutilizzati e riciclati seguendo le logiche dell’economia circolare al fine di minimizzare gli sprechi. I materiali, per cromaticità, duttilità e malleabilità, possono essere facilmente rigenerati per supportare, con il ricavato della vendita, altri progetti culturali e sociali (quali restauri di monumenti o sostegno a iniziative umanitarie). La pacifica invasione di animali simbolici negli spazi pubblici di “Soave Cracking In Love”, con la sua originale narrazione visiva, diventa occasione di arte partecipata che fa vedere i luoghi della quotidianità con sguardo rinnovato, promuove riflessioni e apre scenari visionari.
Chiara Antonioli