“Next Generation Europe non è un tappabuchi, ma un’occasione di rilancio industriale. Nei settori Industria, Agricoltura e Costruzioni si registra da anni un saldo negativo tra nuove imprese e imprese cessate, la transizione ecologica può diventare l’occasione di rilancio”, sostengono Traguardi e +Europa (nella foto, Tommaso Ferrari)
“Il contesto nazionale e internazionale individua nella transizione ecologica la chiave per riorientare lo sviluppo delle città, e Verona, immobile da troppo tempo, non può lasciarsi sfuggire questa occasione. La nostra città dispone di caratteristiche che la rendono il terreno ideale per investimenti di questo tipo: una posizione strategia, una radicata vocazione produttiva, presenza di aree industriali da riconvertire e di un’azienda partecipata in salute e attiva sul mercato energetico.
Il programma Next Generation Europe ha identificato nella Green Economy uno dei capitoli di investimento centrale, e sfruttando adeguatamente queste risorse il nostro Paese potrà porre le basi per il rilancio economico, se pensiamo che i nostri vicini europei, Francia e Germania, hanno già destinato a questo settore investimenti ingenti, come quelli sull’idrogeno verde (rispettivamente 7 e 9 miliardi).
Purtroppo, l’amministrazione di Verona sembra ancora considerare “Next Generation EU” come un fondo “tappabuchi” invece che come un programma per la crescita strutturale. Ma non sarà così, e se ogni euro che ne deriverà non sarà investito per rilanciare il territorio abbracciando trend di sviluppo vincenti, come la transizione ecologica, non perderemo soltanto un’opportunità unica, ma anche una fetta ingente di finanziamenti. Per questo proponiamo che Comune, AGSM, Università e categorie produttive aprano un confronto per progetti che facciano di Verona un vero e proprio HUB per la transizione ecologica: logistica 4.0, startup in ambito agritech, biomedicale ed energetico sono ambiti nei quali la città già eccelle, e possiamo utilizzare queste competenze per rilanciare la nostra economia.
In Veneto esiste già, e sta crescendo, l’Hydrogen Park di Marghera, su cui si stanno concentrando forti investimenti, e che può rappresentare un grande volano economico per tutto il Veneto. È evidente che è questo il modello da seguire, ma anche che AGSM non può farcela da sola: occorrerà uno sforzo da parte dell’azionista pubblico per favorire investimenti nelle infrastrutture”.