La mossa di Giorgia La stampa nazionale (anticipando quella locale... Ma non questo giornale) ha dato risalto all’Opa della Meloni su Verona e il Veneto. Sboarina, entrato in Fdi, rafforza la sua posizione e mette in difficoltà i rivali. Tosi e il Pd speravano nella sfaldatura del fronte del sindaco, e invece adesso...

Alessandro Gonzato
Nemo propheta in patria, e fin qui lo sapevamo, ma ignorare o quasi – ci riferiamo a parte della stampa locale – la notizia che il sindaco della città – città dove l’anno prossimo si voterà per la rielezione del sindaco – è entrato nel secondo (o primo, poco cambia) partito d’Italia e che è stato incoronato in piazza dalla leader di tale partito, Giorgia Meloni, be’, ci pare un po’ bizzarro. La stampa nazionale, che pure ha anche altro di cui occuparsi, è arrivata alla pari o addirittura prima dei giornali nostrani. Transeat. La leader di Fratelli d’Italia ha lanciato l’Opa su Verona e il Veneto. A Verona Fdi si è già imposto come primo partito alle regionali 2020 (17% contro il 14 della Lega) ed è arrivato dietro solo allo strapotere della Lista Zaia (31,5). In Veneto Fdi ha preso il 9,6 aggiungendo 7 punti alla consultazione del 2015. Federico Sbo­arina, en­trando nel partito dell’ex ministro della Gioventù, è tornato a ca­sa, come ha detto, ché tutto il percorso politico del sindaco è le­gato ad An. Ha giocato la sua carta, l’unica che gli poteva permettere di ri­gua­da­gnare posizioni al ta­volo. Ora è lui ad avere il maggior numero di fi­ches. Mat­teo Salvini, che ha anticipato il suo passaggio a Verona di qualche giorno rispetto alla Meloni, sapeva che l’amica-com­petitor avrebbe lanciato la ricandidatura di Sboarina, e ha tentato di metterci il cappello («Un sindaco ha bisogno di 10 anni per portare a termine il proprio lavoro»).  È un fatto che il parziale disimpegno di Lo­renzo Fontana dalle cose di Palazzo abbia fatto perdere posizioni alla Lega, e però i veri problemi in vista dell’anno prossimo li hanno gli altri. Se sarà Sboarina (come al momento pare molto probabile) a sfi­dare Flavio To­si, l’ex sindaco – la cui abilità politica in città è indiscutibile – dovrà e­strarre il coniglio dal cilindro dal momento che senza partiti, con la sola lista personale, nu­meri alla mano faticherebbe ad ar­rivare al ballottaggio. Si giocherebbe l’accesso col centrosinistra che en­tro una settimana vorrebbe risolvere il nodo-candidato (la sinistra di Mi­chele Bertucco domani sera si riunirà per tentare di trovare un nome condiviso da proporre al Pd). E il Pd al mas­simo entro la fine del mese cercherà di avere la disponibilità di Damiano Tommasi o di Gian Paolo Trevisi. Altri nomi di peso, per ora, non ce ne sono.