Che tempo fa in città? Come, quanto e perché l’urbanizzazione influenza il microclima delle aree abitate, tanto da modificare la temperatura rispetto alla campagna o da creare venti particolari? Ne parlerà il prof. Dino Zardi, docente di Fisica dell’Atmosfera a Trento, dove insegna al Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e meccanica, per “I giovedì della scienza” dell’Accademia di Agricoltura, Scienze e Lettere. L’incontro è in calendario giovedì 28 aprile alle 17 nella sede dell’Accademia a Palazzo Erbisti, in via Leoncino 6, ed è dedicato ai “Processi meteorologici caratteristici delle aree urbane”.
Tra i molti esempi di clima “cittadino” spicca la cosiddetta “isola di calore urbana”, ovvero quell’aumento della temperatura dell’aria che si avverte spostandosi dalle aree rurali al centro delle città. I grandi centri abitati sono caratterizzati da edifici e superfici asfaltate, mentre gli spazi verdi invece quasi sempre scarsi. Questi fattori, uniti al traffico, all’utilizzo del riscaldamento e alla vicinanza ad aree industriali, causano un aumento generale della temperatura media annua e una decisa modifica di altri parametri meteorologici.
Secondo alcuni studi la temperatura cambia in media tra il centro e le aree rurali di 1-2 gradi nei valori massimi giornalieri e fra i 2 e i 4 gradi nelle minime. Ma anche altri fenomeni sono influenzati dall’effetto “isola”: viene infatti stimato che i temporali siano più forti in città che in campagna per la maggiore quantità di calore a disposizione. In situazioni normali la brezza invece risulta decisamente minore perché il flusso viene perturbato dagli edifici e dai cosiddetti “canyon urbani”, all’interno dei quali si sviluppano insoliti vortici.