Con circa 4600 ettari e una produzione di oltre 200mila tonnellate nel 2018, la coltivazione di mele nella provincia veronese si classifica come prima coltura frutticola. E nonostante la cimice asiatica abbia ridotto a metà la quantità prodotta l’anno scorso, è ancora il frutto più consumato dalle famiglie costrette in casa durante l’emergenza sanitaria. Lo afferma Coldiretti che in base ad un’analisi di Assomela al primo aprile 2020 che rileva un calo sulle riserve nazionali scese a 556.714 tonnellate. “La tendenza è quella di preferire prodotti con una durata maggiore, facili da conservare ma anche ricchi di proprietà nutrizionali e con molteplici possibilità di utilizzo – evidenzia Franca Castellani, frutticoltrice e presidente del Consorzio Veronatura che gestisce i mercati a km zero di Campagna Amica e Coldiretti – tutte caratteristiche ben rappresentate dalle mele, che si prestano a essere mangiate fresche da sole, in insalata o macedonia, oppure cotte in composte o come componenti di torte o come elementi aromatizzanti e sgrassanti in arrosti e ricette al forno”.
Seconda regione in Italia dopo il Trentino Alto Adige, il Veneto e in particolare Verona produce un po’ tutte le varietà in commercio: dalle Golden alle Gala, dalle Red Delicious alle Fuji fino alle Granny Smith, con consumi in crescita fra il 18% e il 23% con un trend in aumento pure per i trasformati come i succhi. Il Veneto è terra di biodiversità con piante destinate all’estinzione ma recuperate dagli agricoltori come il “Pomo Decio” nel veronese e il “Pom Prussian” tipico del bellunese. Nelle Dolomiti con le “Renette” le “Ferro Cesio” si confeziona, secondo tradizione, la barretta energetica “Kodinzon” famosa per essere arrivata sulle vette himalayane grazie a famosi alpinisti che l’hanno apprezzata come corroborante negli sforzi fisici.
Per combattere le difficoltà occupazionali, garantire le forniture alimentari e stabilizzare i prezzi e l’inflazione con lo svolgimento regolare delle campagne di raccolta in agricoltura la Coldiretti ha varato la banca dati “Jobincountry” autorizzata dal Ministero del Lavoro con le aziende agricole che assumono. Il progetto è stato avviato in autonomia – conclude la Coldiretti – in attesa che dal Governo e dal Parlamento arrivi una radicale semplificazione del voucher “agricolo” che possa consentire da parte di studenti, cassaintegrati e pensionati lo svolgimento dei lavori nelle campagne.