Fondazione Nord Est ha presentato il Rapporto 2023 “La mappa delle possibilità infinite. Forze inespresse, attrezzi utili e percorsi fruttuosi” questa mattina presso l’auditorium del Campus Rita Levi-Montalcini in Evotec, a Verona. Il Rapporto 2023 disegna la mappa delle possibilità che le regioni del Nord-est (Triveneto ed Emilia Romagna) hanno per costruire il futuro. Le possibilità sono infinite per due ragioni. In primo luogo, perché, come è stato chiarito nel Rapporto del 2022 (Il futuro sta passando. Chi è pronto e chi no) il futuro non esiste se non come attesa ed è meglio ragionare di futuri, al plurale, e i futuri in embrione sono essi stessi infiniti; basta considerare quel che è accaduto negli ultimi tre anni per capire quanti e quali piroette e novità insospettabili e impreviste ci ha consegnato la macchina del tempo che fabbrica i futuri. L’ultima è l’affermazione esplosiva dell’intelligenza artificiale anche nelle conversazioni private, oltre che nei dibatti pubblici e nel concreto uso tecnologico. E certamente le sorprese non sono finite, né potrebbe essere altrimenti, con otto miliardi di persone che agiscono nel Mondo, connesse in modo più o meno stretto dalle reti informatiche e comunicative. In secondo luogo, e per certi aspetti più importante, perché le competenze e le attitudini dei territori e delle popolazioni nordestini consentono di partecipare da protagonisti alla costruzione di qualunque futuro si palesi. Queste competenze sono state accumulate nel corso dell’industrializzazione nel secondo dopoguerra, e grazie all’espansione della ricerca e dell’istruzione. Cosicché, affianco al sapere acquisito nel lavoro e nell’intrapresa, c’è quello incrementato attraverso gli studi. “La mappa è immaginaria e concreta insieme” ha spiegato Luca Paolazzi, direttore scientifico della Fondazione. “Immaginaria perché contiene traiettorie che sono evidenti nei megatrend ma ancora non si sono realizzate. Concreta perché prospetta alcune delle vie da percorrere e a cui devono mirare le politiche di tutti gli attori che operano nella società; e anche perché rappresenta un’aperta dichiarazione di fiducia verso le comunità nordestine e le loro laboriose capacità e di convinto ottimismo riguardo alla costruzione dei futuri cui sono chiamate queste comunità”. Ai saluti iniziali del Presidente di Confindustria Verona, Raffaele Boscaini, e della Vicepresidente e Direttrice globale della ricerca pre-clinica di Evotec, Maria Pilla, è seguita la RAP-PRESENTAZIONE condotta da Luca Paolazzi e Gianluca Toschi, curatori del Rapporto, con la partecipazione di Paolo Gatti (che guida il comitato scientifico di Evotec), Chiara Burlina (Università di Padova), Andrea Mati (architetto dei giardini utilizzati nelle cure delle malattie e dei disagi mentali), Giancarlo Rizzi (direttore d’orchestra), del Quartetto Futura (archi) e di Maria Giuditta Guglielmi (soprano), oltre all’attore Mirko Artuso e al poeta Lorenzo Mullon. “Il tema dell’inverno demografico – ha detto Enrico Carraro, presidente Confindustria Veneto – è “il” tema più impellente. Le previsioni della popolazione residente nei prossimi trent’anni rappresentano uno scenario critico di continua decrescita per il Veneto e per l’Italia. La carenza di personale riguarda i laureati, dagli economisti agli ingegneri, dal personale medico-sanitario ai matematici, dagli informatici ai filosofi; riguarda anche i diplomati ITS, soprattutto in ambito meccatronico, digitale, dell’efficienza energetica, sostenibilità, moda. Da qui l’urgenza di investire energie e risorse per aiutare i giovani e le loro famiglie a leggere i cambiamenti in atto e ad orientarsi sulle competenze più richieste. E’ quindi sui giovani che dobbiamo concentrarci maggiormente, dando loro una formazione adeguata”.