Una delle immagini più forti di questi orribili giorni di guerra in Ucraina: lei incinta, distesa su una barella mentre teneva con le mani il grembo insanguinato e veniva evacuata dall’ospedale pediatrico di Mariupol, colpito dalle forze russe. Dietro i palazzi distrutti dai bombardamenti. E davanti un futuro più che mai incerto. Oggi arriva la tragica notizia che per quella donna e il suo bambino un futuro non c’è più: sono entrambi morti. La foto fece il giro del mondo in pochi minuti. Ma nonostante il rapido intervento dei soccorsi ucraini, i medici non sono riusciti a salvare né lei, né il suo bimbo, venuto al mondo fra le bombe. Come riferiscono i media internazionali, altre due vite spezzate dalle forze russe e da un’invasione che giorno dopo giorno aggrava il bilancio delle vittime e dei profughi.
E’ lo stesso ospedale della tragedia del piccolo Kirill, 18 mesi appena, anche lui morto nei bombardamenti russi. Un reporter dell’Associated Press aveva ripeso la straziante scena dei genitori, Fedor e Marina Yatsko, che correvano con il piccolo fagotto insanguinato tra le braccia nel tentativo disperato di salvargli la vita. Ma in un nosocomio senza più corrente elettrica, dove le visite si fanno alla luce dei cellulari, i medici restano impotenti e per Kirill non c’è stato niente da fare.
L’AVVERTIMENTO. Ramzan Kadyrov, il leader della Cecenia e fedelissimo di Vladimir Putin, è in Ucraina per combattere con le forze russe. In un video postato su Telegram, Kadyrov si mostra in mimetica insieme ad altri soldati attorno a un tavolo per definire piani di guerra. Il leader della Cecenia dice di essere vicino Kiev, a Gostomel, l’aeroporto nei pressi della capitale catturato dalle forze russe nei primi giorni della loro offensiva. “L’altro giorno eravamo a circa 20 chilometri da voi nazisti, ora siamo ancora più vicino”, afferma il leader ceceno nelle immagini, esortando le forze ucraine ad arrendersi o “vi finiremo”.
Secondo Kadyrov, che è accusato dalle Ong internazionali di gravi violazioni dei diritti umani nella repubblica del Caucaso, l’offensiva in Ucraina non sta andando come sperato perché non è abbastanza brutale: in un messaggio audio pubblicato nei giorni scorsi, si è rivolto direttamente al presidente russo e gli ha chiesto di “chiudere gli occhi di fronte a tutto e consentire di farla finita in un paio di giorni”.
Kadyrov, che ora governa la Repubblica di Cecenia russa con il pugno di ferro, è un ex ribelle diventato alleato del Cremlino con una forza paramilitare al suo comando. Già all’inizio dell’offensiva russa sui social network sono circolate immagini che mostrano una piazza della capitale cecena Grozny piena di soldati che affermano di essere diretti in Ucraina.