La malvagità è parte degli esseri umani Sono però le condizioni educative, famigliari, economiche e culturali a farla crescere

La Psicologia, attraverso l’analisi dei fattori biologici, emotivi, cognitivi e sociali, aiuta a spiegare perché le persone agiscano in determinati modi, compresi i comportamenti negativi, dannosi, o più banalmente definibili come “cattivi”. In primis va evidenziato che il concetto di “cattiveria” non è universale, è infatti plasmato da norme culturali, morali e sociali. Se è certo che la malvagità fa parte di ogni essere umano sono le condizioni educative, familiari, economiche e culturali che contribuiscono a contenerla, accrescerla o equilibrarla. Alcuni scienziati, dell’Università di Ulm e dell’Università di Koblenz-Landau, hanno recentemente pubblicato uno stimolante studio volto a capire quali siano le principali caratteristiche di una persona con propensione alla malignità. I ricercatori hanno isolato nove caratteristiche che raccolte assieme costituiscono il Fattore D (Dark). Le peculiarità individuate sono: Egoismo (inteso come apprensione eccessiva per i propri interessi), Machiavellismo (tipico delle persone manipolatrici, alienate, dalla mentalità strategica e che antepongono sempre i propri interessi a quelli altrui), assenza di Etica (ovvero di moralità), Narcisismo (inteso come egocentrismo e individualismo), Superiorità psicologica (idea di meritare trattamenti speciali in quanto migliori degli altri), Psicopatia (come somma di deficit affettivo, scarsa empatia, disinteresse, attitudine a mentire e impulsività), Sadismo (tendenza a infliggere sofferenza agli altri tramite aggressioni di varia natura), Interessi sociali e materiali (incessante ricerca di un tornaconto personale in termini di riconoscimento sociale, successo, etc) e Malevolenza (inclinazione al male, in tutte le sue possibili forme). Il Fattore Dark, in sintesi, determina la tendenza psicologica ad anteporre i propri interessi e le proprie ragioni rispetto a qualsiasi altra cosa. Inoltre, il Fattore D, sarebbe in grado di descrivere tutte le condotte appartenenti alla sfera più oscura della personalità. Ma da dove arriva la propensione all’essere malvagi? La cattiveria, non può essere attribuita né alla natura umana né semplicemente all’ambiente circostante, è invece il risultato di una multiforme interazione tra tendenze personali e influenze esterne che nel tempo modellano atteggiamenti e comportamenti. Dietro ad azioni considerate come maligne si celano spesso dinamiche articolate, come traumi passati, disturbi psicologici, sentimenti intensi di rabbia, tristezza e solitudine, schemi di pensiero disfunzionali, ma anche meccanismi più semplici come la mancanza di soddisfazione dei propri bisogni e l’avere una bassa autostima. Comprendere la psicologia delle persone che tendono ad agire con meschinità può fornire fondamentali spunti per la promozione di relazioni sane e la protezione del benessere individuale e collettivo.

Sara Rosa, psicologa e psicoterapeuta