Dal 1979 al 1986, in poco meno di dieci anni, Palermo è stata al centro di sanguinosi scontri tra i vari clan mafiosi alla fine dei quali furono più di mille i morti, di cui cinquecento solo in strada, oltre ai rapiti e agli scomparsi. Di quella “carneficina urbana” parla il libro “I mille morti di Palermo” (Mondadori) scritto da Antonio Calabrò.Il giornalista e scrittore palermitano, oggi consigliere delegato della Fondazione Pirelli e vicepresidente di Assolombardia, è uno che quei fatti li conosce molto bene – e nel suo libro lo dimostra – perché in quegli anni, a Palermo, era caporedattore de L’Ora. Martedì 27 settembre alle 17 in Sala Farinati della Bibilioteca Civica di Verona ne parlerà con Mario Giulio Schinaia, per anni procuratore capo della Repubblica di Verona. La presentazione è affidata al giornalista e scrittore Vittorio Borelli. Si tratta di un “libro di cronache”, come lo definisce nei ringraziamenti finali, un romanzo di cronache nere che vanno dal 1979 al 10 febbraio del 1986, quando cominciò il maxiprocesso istruito dal pool antimafia di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Pagine che contengono il triste ricordo di un periodo non certo facile per Palermo, quando da città ricca e vivace si trasformò in una città degli orrori, in un intreccio sanguinoso tra economia, politica e criminalità.