A Federico Sboarina, Sindaco di Verona.
Sono un giovane laureato in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Verona ed è con grande nostalgia, nonché con un pizzico di speranza, che le rivolgo questa semplice, quanto importante richiesta. Io, come molti altri colleghe e colleghi, mi sono laureato a distanza, senza poter vivere a pieno quei solenni attimi legati alla proclamazione della laurea, che tutti dovrebbero avere scolpiti nella mente per gli anni a venire e che costituiscono un enorme soddisfazione dopo anni di impagabile sacrificio.
Personalmente, ho amato Verona non solo perché è una città dalla bellezza unica al mondo, di una signorilità in grado di stupire chiunque la visiti da ogni parte del globo, ma anche perché è stata la sede da me prediletta per i miei studi universitari (sono stato, infatti, uno studente fuorisede).
Tra le tante scelte in cui iniziare gli studi giuridici (per cui si contano innumerevoli sedi storiche e di chiara fama) scelsi proprio Verona per lo spirito d’innovazione, apertura e prossimità nei confronti della comunità studentesca. Di tale scelta sono stato enormemente appagato, poiché ho avuto la possibilità di crearmi un bagaglio culturale capace di accompagnarmi ovunque volessi andare.
Infine, ho potuto godere delle bellezze della città, della quale ho potuto conoscere le particolarità, le tradizioni, la cultura, nonché le meravigliose persone che mi hanno accompagnato in questi 5 anni di spensieratezza universitaria.
Senza dilungarmi oltre, e sperando che questo messaggio sortisca l’effetto sperato, le chiederei di poter coronare, in modo appropriato, il sogno mio e di tanti colleghi lasciati con l’amaro in bocca da questa pandemia, concedendoci la possibilità di ricevere una proclamazione solenne, dando seguito a qualche velata ipotesi già ipotizzata in tempi non sospetti, proprio in Arena, luogo in cui è certamente possibile garantire le misure di distanziamento sociale per una cerimonia che si svolga in serenità e sicurezza.
Capisco perfettamente che la situazione non contempli alcuna svista o disattenzione da parte di tutti noi, studenti e non, che dovremo sempre e comunque ricordare quanto accaduto. Pertanto, comprenderei un rifiuto da parte sua, legato sicuramente a ragioni più che valide ed opportune.
Ciò nonostante, sono fiducioso che una persona come lei, che ha sempre dimostrato un atteggiamento di rinnovata apertura nei confronti dell’università e del valore aggiunto apportato dalla stessa alla città, sarà in grado di venire incontro ai desideri di chi ha dedicato tanta passione e studio in quelli che dovevano essere, e per buona parte lo sono stati, “gli anni d’oro” della nostra vita.
Salvatore Nucera