All’avvio di un anno scolastico singolare, che mette in trepidazione e in ansia il Ministero dell’Istruzione, le varie dirigenze scolastiche, il corpo docenti, il personale ausiliario, le famiglie, oltre che gli alunni che ne sono i protagonisti, come Vescovo della Diocesi di Verona desidero esprimere tutta la mia vicinanza e comprensione.
Vi seguo con simpatia. Da amico. Consapevole del mio ruolo di responsabilità educativa, che richiede di entrare in sistema con la varietà di competenze. L’anno scolastico 2020/21 è in mano di tutti insieme e di ciascuno. Sia sotto il profilo della salute, la cui salvaguardia non può non stare a cuore, sia sotto quello della docenza e dell’apprendimento, sia sotto quello della socializzazione.
Se ne può prevedere la complessità. Tuttavia, può tradursi in una palestra permanente di senso della corresponsabilità che sta sulle spalle di tutti, senza che nessuno tenti di barare. Il prolungarsi della situazione di pandemia mette tutti alla prova. E per la Scuola sarà una prova da maturità sociale.
Auspico che, pur nella sua inevitabile complessità, il nuovo anno scolastico non sia travagliato al punto da subire interruzioni.
Con i miei migliori auguri. Più che “In bocca al lupo”, preferisco dirvi: “Mettete le ali d’aquila” all’impegno personale e all’entusiasmo di classe.
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