Ridefinire le strategie. Ecco il nodo cruciale attorno al quale sta lavorando Federico Bricolo, assieme ai vertici della Lega. Strategie in vista, soprattutto, dell’appuntamento di maggio, al quale il partito di Salvini vuole arrivare ovviamente con le armi affilate.
Il recente confronto con gli altri gruppi, la partita a scacchi per il Consorzio Zai, diciamolo, non ha dato alla Lega (e a Bricolo, oggi responsabile cittadino) le risposte che cercavano. L’obiettivo 1, era ovviamente, la presidenza. Ottenerla sarebbe stato un grande risultato sul piano politico e su quello strategico. Avrebbe suggerito a Bricolo che la strada imboccata era giusta e avrebbe “riequilibrato” un quadro che, oggi come ieri, vede la Lega veronese, tutto sommato in una posizione di secondo piano. Non tanto nei numeri, quanto negli incarichi ricoperti.
Una “battaglia” sottile ma ferma, quella che Bricolo ha iniziato dal momento in cui ha ricevuto l’incarico di guidare il partito verso le elezioni. Ma una partita complicata, resa ancora più difficile dal passaggio del sindaco Sboarina a Fratelli d’Italia.
Così, va ricordato, l’okay di Salvini (“…un sindaco ha bisogno di due mandati”, aveva detto a giugno, prima del passaggio del sindaco a FdI), è diventato meno convincente. “Sboarina deve legare di più con gli altri partiti” ha detto di recente Bricolo, alludendo evidentemente a certe scelte, non del tutto condivise.
Da qui, una certa distanza, che le vicende nazionali non aiutano peraltro a colmare. La Lega è al Governo, Fratelli d’Italia all’opposizione. Difficile pensare che questo “spacchi” il centrodestra, ma altrettanto difficile pensare che questo aiuti la convivenza.
E allora, che cosa può accadere?
E’ chiaro che la Lega deve oggi riguardarsi dentro, con l’obiettivo (ad esempio) di trovare un candidato-sindaco credibile, da spendere domani al tavolo delle “trattative”.
Tosi? Molto difficile, anche se è vero che ha “accorciato” le distanze da Salvini. Ma su di lui, almeno a Verona, sembrano nettamente di più di contrari ai favorevoli.
E allora, ecco la necessità di individuare una figura forte, con cui presentarsi al “dunque”. Cosa che succederà, attenzione, anche nelle altre città. “I candidati saranno definiti al tavolo nazionale” ha detto di recente l’onorevole Maschio, responsabile di Fratelli d’Italia.
Il che significa che il puzzle sarà composto cercando di dare a ogni forza politica una città importante. E se la Lega sembra nettament favorita a Padova, il “tassello Verona” dovrebbe toccare proprio a Fratelli d’Italia, che in questo senso, il suo candidato forte ce l’ha già ed è Sboarina.
In questo quadro, un ruolo importante potrebbe giocarlo Forza Italia, a sua volta non proprio vicina a Sboarina (vedi intervento recente di Melotti). Ma è pensabile una spaccatura del centrodestra? Lega e Forza Italia da una parte, Fratelli d’Italia, Verona Domani e civiche dall’altra? La politica è l’arte dell’impossibile, ma la risposta sembra obiettivamente NO. Arrivederci alla prossima puntata.