La base della Lega, come abbiamo anticipato, è in ebollizione contro la gestione del partito da parte del leader Matteo Salvini, vicepremier e ministro. Il Veneto lo vorrebbe mandare a casa e lo insulta (vedi il caso Da Re che è stato espulso) e si infittiscono le riunioni carbonare dei malcontenti. Riunioni che si sono svolte anche a Verona e in provincia. Ma con gran poche speranze di riuscire a scalfire il potere del leader Salvini, che è anche il proprietario e il fondatore della Lega per Salvini mentre la vecchia Lega nord è abbandonata e commissariata con i 49 milioni di debiti per il caso dei diamanti. Una bad company nella quale sono finite anche Liga veneta e Lega lombarda. Si potranno ancora utilizzare quei nomi? Come si fa a detronizzare un leader che è anche fondatore del movimento oltre che segretario? Che ne sarà del Veneto dove Zaia si può dimenticare il terzo mandato? Queste e altre sono le domande che i leghisti della base, malcontenti per gli errori del loro capo, si sono posti nelle ultime riunioni alle quali ha preso parte un vecchio iscritto alla Lega che ha spiegato alla Cronaca di Verona perché le speranze di cambiare la Lega sono ridotte al lumicino. Anche se dovesse avere un tracollo in Abruzzo e raccogliere briciole alle Europee di giugno.
“La Lega di Salvini è in piena agonia e i mal di pancia sono molto forti. Guardate cosa è accaduto a Pontida dove sono comparsi manifesti contro Salvini per chiedere un congresso vero”, racconta il militante leghista alla Cronaca. “Però non ci sarà alcun ribaltone: andremo a spegnerci, non si muoverà nulla anche se dovessimo tornare al 3 per cento”. Perché? “Perché alla fine si sa che il partito Lega per Salvini è legato proprio a lui che ne è il fondatore insieme con Lorenzo Fontana, Giancarlo Giorgetti, Roberto Calderoli e Giulio Centemero. Tutti fedelissimi di Salvini. La nostra vecchia Lega nord è in liquidazione, commissariata. Come si fa a cambiare leader? Il simbolo è suo, il nome è suo. Dobbiamo andare dal notaio?”.
“Ci sarà il crollo e non cambierà nulla”
Ma il Veneto è stanco, si ribella: l’autonomia non arriva, il terzo mandato neppure, “il leader pensa al Ponte sullo Stretto invece che ai problemi del Nord”, i risultati elettorali sono preoccupanti e per di più “vuole candidare uno come Vannacci che con la Lega non c’entra nulla e ha idee che non ci appartengono”.
Ma il Veneto che cosa può fare? “Dopo che Salvini ha imposto il suo uomo alla segreteria del Veneto, con Stefani, non ci sono margini. Il Veneto comanda sempre lui. Zaia avrebbe potuto fare la battaglia e mettersi di traverso, ma ha avuto rassicurazioni per il terzo mandato e ha abbozzato. E quindi i vari Da Re, Marcato e così via sono rimasti isolati”.
E il terzo mandato Zaia non lo vedrà mai…”Ma è ovvio. E’ interesse dello stesso Salvini far fuori Zaia, magari mandandolo in Europa così non gli fa ombra e può mercanteggiare con Fratelli d’Italia e Forza Italia. Del resto il Veneto non ha mai avuto nulla dai lombardi. Pensiamo alle centinaia di nomine gestite dal Governo: mai nessun veneto. Tutti lombardi. E sul territorio ormai la Lega è sparita: pochi amministratori locali, pochissime sezioni”. E con queste premesse è una llusione poter fare un congresso di svolta: “Chi è deluso e scontento non prende più la tessera della Lega ma al congresso possono partecipare solo i militanti tesserati. Di conseguenza, ecco che il malessere resterà fuori da un eventuale congresso. Gli scontenti? Assenti”.
Ma se dovesse esserci un calo anche in Abruzzo? E un tracollo alle Europee? “In Abruzzo caleremo ancora e non accadrà nulla. Alle Europee avremo sicuramente una riduzione di parlamentari: gli attuali 25 ce li possiamo scordare, ne faremo sette, al massimo otto. Cosa faranno gli esclusi che resteranno a casa? Torneranno lavorare…”
Ma poi alle regionali del Veneto sarà altra musica: che farà Zaia? “Fratelli d’Italia vorrà la presidenza della Regione, a Forza Italia andrà bene perché Tosi farà un accordo romano per fare il sindaco a Verona dopo Tommasi sostenuto da tutto il centrodestra. Il Veneto per Salvini è sacrificabile, purché non gli tocchino la Lombardia. Quindi Zaia potrà fare una lista per conto suo, non collegata ovviamente con la Lega che resterà nella coalizione. E Zaia farà corsa per conto proprio, nell’autunno del 2025. Ma non andrà allo scontro con Salvini, non è mai stato un cuor di leone e ha già detto che si comprerà un cavallo e si ritirerà in campagna… Chi altri quindi può guidare la rivolta contro Salvini? Non vediamo altri nomi….”. Forse servirebbe ormai solo quello di un notaio.
mbatt