Febbraio, marzo e aprile hanno rappresentato un periodo strano: lavoro da casa, scuole e università chiuse, tante le cose a cui si è dovuto rinunciare e molti gli aspetti che abbiamo dovuto riadattare. Un esempio? Le cosìddette “lauree al tempo del Coronavirus” quando molti studenti sono stati costretti a discutere la propria tesi, triennale o magistrale, dal salotto di casa, dalla propria camera da letto o quella dei genitori. Un’esperienza diversa, quella raccontata dal neo dottore magistrale in Editoria e Giornalismo, presso l’Università degli Studi di Verona, Giovanni Miceli.
I tuoi primi pensieri quando hai saputo che ti saresti laureato da casa?
“Da un lato devo ammettere che ho sperato sino a pochi giorni dalla laurea di poter procedere quanto più normalmente possibile per la mia discussione e proclamazione, perchè quello della laurea magistrale era un giorno che aspettavo da tanto tempo e avrei voluto festeggiarlo, come posso dire “fisicamente”, con la mia famiglia e i miei amici. Dall’altra parte ero comunque contento e ho tirato un sospiro di sollievo. In fondo avrei comunque concluso il mio percorso.”
Si è parlato di lauree più comode della storia per abbigliamento, tu che hai scelto?
“(ride) Sì, ho visto che molti miei colleghi studenti hanno deciso di laurearsi vestiti eleganti solo a metà, con pantaloni della tuta o pigiama sotto la scrivania: ci ho pensato anch’io, ma alla fine ho preferito mettermi in giacca e cravatta, anche per rendere la situazione quanto più realistica e soprattutto normale possibile. L’unica cosa che mi sono concesso sono state le scarpe da ginnastica al posto di quelle da cerimonia’
Parliamo della discussione: com’è stata?
“La mia discussione si è svolta via Skype con solo io e la commissione connessi. L’ho presa come un ultimo insegnamento per il futuro con il lavoro che mi piacerebbe fare, visto che ero davanti a quattro telecamere. L’aspetto che non dimenticherò mai, e che mi ha messo più ansia, è stata l’attesa prima della discussione: in realtà nulla di nuovo, penserete, ma la verità è che rispetto a una laurea diciamo classica, dove i tempi sono abbastanza chiari e più o meno si è consapevoli dell’orario a cui si discuterà, in videochiamata questo non è stato possibile e quindi mi ricordo che sono rimasto mezz’ora a fissare il pc pensando “adesso mi chiamano”.”
Mentre la proclamazione?
“E’ durata trenta secondi: mi hanno richiamato dopo aver finito tutte le discussioni, mi hanno detto il voto e proclamato dottore magistrale. La cosa che un pò rimpiango è che non potrò mai uscire dal mitico Polo Zanotto dopo la mia laurea.”
L’ultimo aspetto sono i festeggiamenti, come sono stati?
“Sicuramente diversi da come li ho sempre immaginati, ma comunque altrettanto belli e gratificanti. Ho video chiamato i miei parenti e i miei amici e poi mi sono arrivati moltissimi messaggi: è stata comunque una grande emozione, diversa, ma allo stesso modo bellissima.”
Giovanni Miceli