Sono anni che la pluriannunciata fusione Agsm-Aim viene rimandata per resistenze di vario tipo. Agsm controlla direttamente 15 società che a loro volta ne controllano altre 9 per un totale di 25 aziende, senza contare le società di terzo o quarto livello. “Qui trovano posto e sostegno economico”, dicono i Dem Elisa La Paglia, Federico Benini, Stefano Vallani, “almeno 100 amministratori non sempre scelti per capacità e curriculum professionale, anzi, è purtroppo una consuetudine radicata distribuire i posti dei consigli di amministrazione a politici di professione spesso a titolo di risarcimento elettorale o di prebenda. Se fosse così, se il problema fosse di ricollocazione di ceto politico, significherebbe condannare Agsm ad un lenta e letale agonia. Serve uno scenario più ampio dell’alleanza con Aim, e questa amministrazione, è chiamata a fornirlo”.