Sono passati 40 anni da una delle più famose imprese nel mondo dello sport: Beppe Saronni entra nella storia e, nella capitale del ciclismo mondiale, Goodwood, diventa campione del mondo.
PERFETTO. Saronni è stato impeccabile. Nonostante le molteplici insidie dell’epoca, il ciclista novarese è riuscito a gettare il cuore oltre l’ostacolo, scrivendo una pagina sportiva indimenticabile. Spesso nello sport è difficile parlare di perfezione. La cura del dettaglio, l’indomabile voglia di migliorarsi e la meticolosità nell’affrontare ogni prova sportiva è, come spesso si dice, ciò che differenzia un atleta da un campione. Saronni è stato un campione, è stato perfetto.
40 ANNI FA. Il panorama sportivo nel 1982 non può essere paragonabile a quello odierno. Oggigiorno si dispone di qualsivoglia dispositivo tecnologico che aiuta gli staff tecnici a preparare nei minimi dettagli l’evento sportivo e l’atleta stesso. Nel 1982 non era così: Saronni ha più volte ribadito che l’insidia più grande consistette proprio nella scarsa conoscenza del percorso.
C’ERA MARTINI. A quei tempi i ciclisti non andavano a provare i tracciati, ma Beppe ebbe la fortuna di poter contare su Alfredo Martini, ex ciclista su strada e dirigente sportivo italiano. Alfredo, raccontando metro dopo metro il percorso, giocò un ruolo fondamentale per la vittoria finale di Saronni.
LA DELUSIONE DI PRAGA. Gli strascichi dell’antecedente mondiale di Praga hanno reso Beppe ancor più perfetto di quanto potesse essere. Infatti, come spesso accade nello sport, da una delusione si può sempre trarre degli insegnamenti preziosi e il dolore della sconfitta si può trasformare in un grosso fuoco ardente che ti consente di arrivare là dove non avresti mai creduto di poterti spingere.
Saronni lo sa bene e da un fallimento ha trovato l’energia per vincere a Goodwood, nonostante la
paura degli ultimi tre/quattro chilometri: “Ero sicuro di vincere. Portatemi all’ultimo chilometro e ci
penso io”.
LA “FUCILATA”. Praga è una cicatrice che riaffiora ora, al termine di una carriera sportiva sensazionale. Saronni si sarebbe meritato di vincere qualche titolo in più, ne è consapevole, ma “la fucilata di Goodwood” rimarrà scolpita per sempre nella mente e nei cuori degli appassionati di sport.
Diego De Angelis