Il secondo conflitto mondiale fu non solo l’origine della guerra fredda tra le due superpotenze vincitrici, USA e URSS, ma diede avvio nel contempo al complesso e tuttavia relativamente breve processo di decolonizzazione, che si concluse con la fine degli imperi coloniali europei. Per comprendere, almeno nei suoi aspetti più macroscopici, la rilevante importanza storica della decolonizzazione, che portò alla creazione di numerosi stati indipendenti spesso inediti, è indispensabile avere presente la mappatura dei vasti domini che gli Stati dell’Europa occidentale detenevano nel mondo. Su tutti spiccava l’impero coloniale britannico la cui estensione, che comprendeva colonie, domini, protettorati, mandati e altri territori amministrati, superava i 37 milioni di km² e raggiungeva i 42,2 milioni di km², se si aggiungono gli oltre 8 milioni delle rivendicazioni antartiche. Fatto unico nella storia dell’umanità, il Regno Unito esercitava la sua sovranità su circa il 30% delle terre emerse dell’intero pianeta, che misurano complessivamente poco più di 149 milioni di km². I suoi domini, presenti nei cinque continenti, si estendevano dal Canada all’India, dall’Australia alla Guayana, dall’Egitto al Sud Africa. Anche l’impero coloniale della Francia, con un’area di gran lunga inferiore a quello britannico ma pur sempre considerevole (12,3 milioni km 2 ), era presente in tutti i continenti. Le maggiori colonie francesi per estensione occupavano l’ampio territorio dell’Africa nordoccidentale, che interessava anche una parte dell’area centrale del continente, e la regione del Sudest asiatico. L’Olanda deteneva ancora il vasto arcipelago indonesiano e l’attuale Suriname, mentre l’impero del Belgio, a parte la piccola concessione in Cina di Tientsin, era formato dalla colonia del Congo e dal mandato sulle ex colonie tedesche del Ruanda-Urundi, con un’estensione complessiva di 2,2 milioni di km². Il Portogallo possedeva le due grandi colonie africane del Mozambico e dell’Angola, oltre alla minuscola Guinea Bissau con le isole di Capo Verde e Macau in Cina. L’Italia presentava una situazione particolare, poiché gli eventi bellici segnarono la perdita con un tratto di penna di tutte le colonie italiane: la Libia, l’Africa Orientale Italiana, che era formata da Eritrea, Somalia ed Etiopia e il Dodecaneso. Certamente la seconda guerra mondiale non fu la sola causa diretta che innescò i numerosi e differenti processi di indipendenza nazionale, che nacquero in seno a molte colonie, provocando il progressiva dissoluzione dei grandi imperi coloniali europei.
Romeo Ferrari, docente di storia e filosofia