La festa dei pazzi fa bene alla psiche Durante il Carnevale ci si può permettere di staccare la spina. Dedicato ai bambini

Oggi si festeggia, con la grande sfilata allegorica, il Venerdì Gnocolar una ricorrenza annuale, attesa e suggestiva, che colora di coriandoli e stelle filanti la città e scandisce il tempo a suon di trombette e fischietti.
Il Carnevale, nato come tentativo sociale di trasgressione di norme, e di sovversione di ruoli sociali sovraimposti, ha origini lontane rintracciabili al 3000 a.C. in Babilonia, dove servi e signori erano soliti scambiarsi le parti.
Anche nell’antica Grecia e nell’antica Roma si organizzavano dei giorni di festeggiamento in cui le gerarchie venivano momentaneamente sospese per lasciar posto a un liberatorio divertimento.
Inoltre, già in tutti questi periodi era previsto indossare delle maschere e adottare dei travestimenti.
Nel Medioevo il Carnevale era conosciuto come la “festa dei pazzi” ed erano giorni “speciali” in cui le persone potevano permettersi di “staccare la spina” dalla loro quotidianità e dai loro doveri e sperimentarsi in altro.
Oggi il Carnevale è una festa socialmente concessa soprattutto ai bambini i quali possono accedere, senza timori, all’irrazionalità, allo stravolgimento delle regole e dei confini ed entrare in contatto con propri desideri ma anche con le proprie paure mediante uno, più, mille travestimenti.
Crescendo, spesso, ci si ritrova sempre meno interessati a partecipare agli eventi carnevaleschi, in quanto riconoscersi come persone adulte tende a ridurre la possibilità di auto-concedersi degli “strappi alla regola” principalmente per il bisogno di mantenere un continuo controllo su di sé e su come si appare.
Il rischio “di non sgarrare” è negarsi quelle regressioni al servizio dell’io che sono in realtà funzionali al benessere psichico.
Permettersi di agire la propria componente “liberatoria” consente di abbandonarsi alla piacevolezza della goliardia e di dare finalmente un po’ di voce alle parti più celate, del resto come diceva Oscar Wilde “Ogni uomo mente, ma dategli una maschera e sarà sincero”.
La maschera del resto può essere considerata non solo un’evasione dalla routine quotidiana, ma anche come una proiezione delle proprie aspirazioni e un’esternazione dei sentimenti più nascosti.
Attraverso una maschera di Carnevale ognuno può personificare i propri ideali ed esprimere le proprie passioni e vederle realizzate, anche se per un momento.
Vivere e godersi esperienze positive, favorisce l’equilibrio emotivo e consente al nostro cervello di “respirare” allontanandosi da ansie e preoccupazioni.

Sara Rosa, psicologa e psicoterapeuta